Asuncion (Paraguay), 22 apr. (LaPresse/AP) – È Horacio Cartes, imprenditore nel ramo del tabacco e presidente della squadra di calcio Libertad, il nuovo capo di Stato del Paraguay. Il candidato del Partito Colorado, a cui apparteneva il dittatore Alfredo Stroessner e che per 61 anni ha dominato il Paese fino all’elezione di Fernando Lugo nel 2008, ha infatti vinto le elezioni che si sono tenute ieri, ottenendo il 45,84% delle preferenze. Al secondo posto il principale sfidante, Efrain Alegre, del partito Liberale Radicale, che ha ottenuto il 36,94%.

LE SFIDE DA AFFRONTARE. “Ho bisogno dell’aiuto di tutti i paraguayani per governare nei prossimi cinque anni. Povertà, mancanza di lavoro per i giovani e questioni internazionali ci attendono”, ha detto Cartes, 57 anni, commentando la vittoria. La povertà endemica del Paese, terzo produttore di soia, mais e girasoli del Sudamerica, è uno dei problemi principali che dovrà affrontare il presidente. Il Paraguay è una nazione prevalentemente agraria, dove circa l’1% della popolazione controlla il 77% della terra coltivabile. L’Onu stima che oltre la metà degli abitanti vive sotto la soglia di povertà, mentre dati prodotti dall’agenzia nazionale per il censimento, parlano del 39% di poveri. Alegre ha riconosciuto la sconfitta, anche se prima della giornata elettorale aveva annunciato che avrebbe voluto attendere la certificazione del voto a maggio prima di accettare i risultati iniziali. “Il popolo del Paraguay ha parlato, non c’è molto altro da aggiungere”, ha detto in un breve discorso ieri sera.

UOMO DI ELITE, DEBUTTANTE IN POLITICA. Cartes appartiene a quella piccola élite che nel Paese sudamericano controlla quasi tutto. Suo padre era rappresentante della compagnia di aerei Cessna in Paraguay, il che gli ha permesso di seguire le scuole negli Stati Uniti, in Oklahoma. E lui possiede partecipazioni bancarie, fondi di investimento, proprietà agricole, un produttore di soda e piantagioni di tabacco, oltre ad essere presidente della squadra di calcio Libertad. Molti sondaggi avevano previsto la sua vittoria, nonostante fosse la prima volta che si presentava alle elezioni per ottenere un incarico pubblico. Chi lo ha votato spera che questa elezione incoraggi gli altri Paesi dell’area a ripristinare le relazioni regionali sospese lo scorso anno dopo la destituzione forzata del presidente Lugo, che molti governi vicini hanno considerato una mossa pericolosa per il processo democratico.

OSSERVATORI E TIMORI BROGLI. In occasione del voto, erano presenti in Paraguay 515 osservatori internazionali. Tra loro membri dell’Organizzazione degli Stati americani, la cui missione era guidata dal premio Nobel per la Pace Oscar Arias, ma anche di Unione europea, Unasur, Unione delle organizzazione elettorali dell’America latina. L’osservatore Martin Sequeira riferisce che il voto si è svolto con calma e si è registrata un’alta affluenza (68% dei 3,5 milioni di cittadini registrati), anche se si hanno notizie non confermate di sospette frodi, secondo cui alcune schede sarebbero state segnate prima del voto. Si è però trattato, ha commentato Arias, solo di “piccoli incidenti che si vedono anche nelle più consolidate democrazie”.

ELETTO ANCHE PARLAMENTO. Nel voto di ieri gli elettori erano chiamati a eleggere, oltre al presidente, anche il suo vice (entrambi per un mandato di cinque anni), quindi 45 senatori, 80 deputati, 17 governatori e 18 delegati al Parlamento del Mercosur con sede in Uruguay. Milioni di elettori vivono all’estero, soprattutto in Usa, Argentina e Spagna, ma dopo un processo di registrazione elettorale mal finanziato, hanno potuto esprimere la propria preferenza solo 22mila elettori che risiedono in altri Paesi. La formazione guidata da Lugo, che aveva presentato come candidato alla presidenza Anibal Carrillo, è riuscita a far eleggere cinque senatori, tra cui proprio l’ex presidente.

DESTITUZIONE DI LUGO. La situazione politica nel Paese sudamericano è precipitata lo scorso anno, quando Lugo, ex vescovo, rappresentante della sinistra, e vincitore delle elezioni nel 2008, venne destituito. La sua presidenza aveva sempre patito la mancanza di una maggioranza al Congresso e veniva spesso ostacolata, nonostante il forte impegno per una riforma agraria che aveva intrapreso. La coalizione con i Liberali Radicali alla fine si sfaldò, e il gruppo si unì ai Colorados per votare a favore delle sua destituzione che avvenne a giugno dello scorso anno. Il processo di impeachment è stato criticato come misura anti-democratica dai Paesi vicini che hanno sospeso il Paraguay dalle organizzazioni regionali come Unasur, Mercosur e Celac. Il vicepresidente di Lugo, Federico Franco, che ha assunto la presidenza ad interim, si è detto fiducioso che lo status del Paraguay si normalizzerà dopo che il nuovo presidente avrà assunto l’incarico.

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