"Viola la legge internazionale", ha dichiararlo è il segretario delle Nazioni unite Antonio Guterres

La legge approvata da Israele che consente la legalizzazione degli insediamenti ebraici costruiti sui territori di proprietà palestinese occupati in Cisgiordania "avrà conseguenze legali", perché "viola la legge internazionale". A dichiararlo è il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres. Vari Paesi hanno condannato l'approvazione del testo, mentre le autorità palestinesi e la comunità araba sono insorte. La legge è stata presentata dal leader del partito di destra Focolare ebraico, Naftali Bennet, e approvata con 60 voti a favore e 52 contrari. Consentirà la legalizzazione di circa quattromila abitazioni disseminate in oltre 50 insediamenti ebraici nell'area C della Cisgiordania.

Il testo dà la facoltà a Israele di dichiarare statali le terre private palestinesi su cui sono stati innalzati insediamenti ebraici parziali o completi, se si dimostra che la costruzione è stata fatta in "buona fede" senza conoscere la proprietà delle terre. Inoltre cancella il diritto all'uso della terra per i proprietari palestinesi originari fino a quando non sia trovato un accordo di indennizzo.

Per la comunità internazionale, tutte le colonie sorte sui territori palestinesi occupati sono illegali, come ha ribadito a dicembre il Consiglio di sicurezza dell'Onu con la risoluzione numero 2334. Guterres ha anche sottolineato che è necessario si eviti "qualsiasi azione che possa far naufragare la soluzione a due Stati" per il conflitto israelo-palestinese, e che "tutte le questioni devono esser risolte tra le parti con negoziati diretti sulla base della risoluzione e di mutui accordi".

Il presidente palestinese, Mahmoud Abbas, è intervenuto da Parigi, dove ha incontrato l'omologo francese, François Hollande. La costruzione di nuovi insediamenti, ha detto, è "un'aggressione contro il nostro popolo a cui ci opporremo" e ha promesso che lavorerà "con i tribunali internazionali per preservare la nostra esistenza e le nostre terre", chiedendo anche "alla comunità internazionale che ci aiuti per applicare la risoluzione Onu prima che sia troppo tardi". Prima il suo portavoce, Nabil Abu Rdineh, aveva parlato di una "escalation che porterà solo a maggiore instabilità e caos nell'intera regione". 

 

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