Oslo (Norvegia), 10 ott. (LaPresse/AP) – Kailash Satyarthi è nato nel 1954 a Vidisham, nel cuore dell’India. E’ sposato e ha due figli. Ha cominciato a lavorare da bambino, insieme ad altri coetanei i cui genitori erano troppo poveri per mandarli a scuola. Il suo attivismo inizia con la fondazione di una squadra di calcio per pagare, con le quote di iscrizione dei membri, le rette scolastiche per i bambini bisognosi. Dal 1990 è attivo nel movimento indiano contro il lavoro minorile e ha fondato varie associazioni, tra cui la Bachpan Bachao Andolan e il gruppo di attivisti Goodweave, che hanno permesso a oltre 80mila bambini di emanciparsi da varie forme di schiavitù, con l’assistenza in reintegrazione, riabilitazione e formazione.

Nel 1998 Satyarthi ha guidato una marcia globale contro il lavoro minorile, a cui hanno preso parte più di 60 Paesi nel mondo. La marcia si è tenuta a Ginevra, alla presenza di più di mille persone, tra cui ex bambini lavoratori provenienti da Asia, Africa e America Latina. L’anno successivo L’Organizzazione mondiale del lavoro (Ilo) ha approvato un accordo destinato alla protezione dei bambini da lavori che li esporrebbero a rischi e sfruttamento.

Il Nobel per la Pace è solo l’ultimo di una serie di premi vinti da Satyarthi, fra cui ci sono l’Aachen Peace Prize nel 1994, il Robert F. Kennedy Human Rights Award nel 1995, il Friedrich Ebert Stiftung Human Rights Award nel 1999 e il premio Defender of Democracy Award dei Pariamentarians for Global Action nel 2009. “La schiavitù minorile è un crimine contro l’umanità . E’ una questione in cui è in gioco lo stesso genere umano. Rimane ancora molto lavoro da fare, ma riuscirò a vedere la fine del lavoro minorile nella mia vita”, ha dichiarato Satyarthi.

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