Anche la sorella conferma: era stato in cura per problemi psicologici

L'attentatore di Nizza "soffriva di una alterazione della realtà". A confermarlo il dottor Chemceddine Hamouda, che nel 2004 ebbe Mohamed Lahouiaej Bouhlel come paziente, quando l'uomo aveva 19 anni. Lo psichiatra tuttavia ritiene che il gesto compiuto a Nizza faccia parte di un processo di "radicalizzazione parallela". Il padre portò il giovane dallo psichiatra perché il figlio, fino a quel momento brillante, era diventato improvvisamente "violento nei suoi confronti e con grossi problemi a scuola". Lo psichiatra gli diagnosticò "una alterazione della realtà e disturbi comportamentali". Gli prescrisse un trattamento, ma non lo vide mai più. "Non c'era nulla nel suo comportamento che presagisse una tale strage", spiega il dottor Hamouda, "tali disturbi non trattati per anni possono portare alla schizofrenia. Ma respingo categoricamente l'idea che l'uomo possa essere non conscio del suo atto. Tale violenza richiede necessariamente l'indottrinamento, la radicalizzazione in parallelo ai suoi problemi psicologici". Che l'attentatore soffrisse di disturbi è confermato anche dalla sorella, Rabeb Bouhlel, che ha raccontato che era stato visitato da alcuni psicologi diversi anni prima di lasciare le Tunisia per la Francia.

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