Lagos (Nigeria), 28 mar. (LaPresse) – Sono in corso in Nigeria le elezioni presidenziali e parlamentari federali, in un clima di alta tensione in cui si temono violenze tra i sostenitori dei principali candidati alla presidenza e attacchi di Boko Haram. I favoriti alla presidenza sono l’attuale presidente Goodluck Jonathan, cristiano, e l’ex generale Muhammadu Buhari, musulmano. Il voto era stato posticipato per motivi di sicurezza. Inizialmente programmato per il 14 febbraio e 28 febbraio, era stato rinviato sino a sabato 28 marzo. Gli elettori si devono registrare con un lettore biometrico, prima di poter votare.

TIMORI PER SICUREZZA. Nelle violenze postelettorali del 2011 morirono 800 persone. Il governo ha chiuso le frontiere terrestri e marine, come precauzione. Ha schierato 360mila poliziotti e militari sul territorio. I favoriti alla presidenza hanno firmato dichiarazioni in cui si sono impegnati per uno svolgimento pacifico del processo elettorale, invitando i sostenitori a non causare violenze. L’altra minaccia è Boko Haram, la setta che si è radicalizzata nel 2009 e da allora tiene d’assedio diversi Stati del nord. Tra le violenze compiute, oltre ai massacri anche il sequestro di oltre 200 studentesse, mai salvate.

PREVISIONI. Alle urne sono chiamate a votare 46 milioni di persone, sul totale di 170 milioni di abitanti. Secondo i sondaggi prima del voto (Afrobarometro a gennaio 2015) tra i due favoriti sarà testa a testa. Mentre il 78% della popolazione si prepara a votare, i favoriti riceveranno entrambi circa il 42% dei voti. La Nigeria è per il 50% della popolazione musulmana, per il 35% cristiana, per il resto animista.

GOODLUCK JONATHAN. Goodluck Ebele Jonathan è il leader del Partito democratico popolare (Pdp), che domina il Paese da 1999. Ha 58 anni ed è di religione cristiana. Alla presidenza dal 2010, era succeduto a Umaru Yar’Adua dopo aver ricoperto l’incarico di vice presidente dal 2007. Era stato confermato alla presidenza nelle elezioni del 2011, nonostante accuse di frode. Il suo candidato alla vicepresidenza Namadi Sambo è un musulmano del nord. Jonathan prima fu vice governatore e poi governatore dello Stato meridionale di Bayelsa, di cui è originario. È noto per il cappello fedora e il caftano tradizionale che è solito indossare. Tra i punti a suo favore c’è la vittoria sull’Ebola, che nel Paese ha ucciso solo sette persone dopo l’epidemia dello scorso anno. Nell’ottobre 2014, l’Oms ha dichiarato il Paese libero dalla malattia. Sotto la sua presidenza, la Nigeria è anche diventata la maggior economia africana.

È accusato di cattiva gestione del Paese, di corruzione, di aver gestito in modo inefficace la lotta ai jihadisti di Boko Haram. È stato coinvolto in scandali per corruzione legati soprattutto al settore petrolifero. La pressione su di lui è cresciuta anche a livello internazionale quando il suo governo non è stato in grado di salvare le oltre 200 studentesse sequestrate da Boko Haram, setta radicale che vuole inserire la Shariah islamica nella Costituzione. Il rapimento è avvenuto un anno fa e le ragazze non sono mai state portate in salvo.

MUHAMMAD BUHARI. E’ candidato della coalizione di opposizione Tutti progressisti (Apc), che controlla 14 dei 36 Stati nigeriani e ha la maggioranza nella Camera bassa del Parlamento. Generale dell’esercito in pensione, è candidato per la quarta volta alle presidenziali. Ha 72 anni, è originario del nordest ed è musulmano. Il suo candidato alla vicepresidenza Yemi Osibajo è un pastore pentecostale de sud. È stato alla guida della Nigeria per due anni, avendo guidato un colpo di Stato militare che mise fine al governo democratico nel 1983 destituendo il presidente Shehu Shagari. Lui stesso fu destituito con un colpo di Stato nel 1985. Il suo governo con pugno di ferro è ricordato per la detenzione di politici per corruzione e per l’esecuzione di trafficanti di droga.

Durante la campagna elettorale, ha negato il proprio ruolo nel golpe e affermato che in qualità di ex militare è pronto a prendersi la responsabilità di azioni militari considerate “non democratiche”, facendo della sicurezza la sua priorità. Nel passato, come militare cancellò l’insurgenza della setta estremista Maitatsine. È stato bersaglio di polemiche per i suoi commenti sulla volontà di Boko Haram di applicare la legge islamia nel nord: viene accusato di voler islamizzare la Nigeria. È stato insinuato anche che sia sostenuto dallo stesso gruppo terrorista. È popolare in determinate zone del Paese, dove è considerato un leader onesto che lotterà contro la corruzione, una persona modesta che non vive in modo opulento.

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