Kano (Nigeria), 20 gen. (LaPresse/AP) – Almeno sette persone sono morte in una serie di attacchi coordinati, condotti e rivendicati dalla setta islamica Boko Haram nella città di Kano, nel nord della Nigeria. Il portavoce del servizio per l’immigrazione locale, Mohammed Kanoma, ha fatto sapere che almeno tre funzionari e un numero imprecisato di civili sono deceduti in un attacco a un ufficio passaporti. Garba Danazumi Lere, un testimone, dice invece di aver visto corpi di tre agenti della polizia e di un giornalista locale in seguito all’esplosione in una sede della polizia locale. Le autorità non hanno per ora annunciato un bilancio delle vittime ufficiale. In seguito agli attacchi, è stato annunciato un coprifuoco di 24 ore.

Come spiega Abubakar Jibril, dell’Agenzia nazionale per la gestione delle emergenze nigeriana, le esplosioni in città sono state almeno cinque, ma testimoni hanno anche sentito degli spari. Gli agenti non hanno permesso ai soccorritori di raggiungere i luoghi dove si sono verificate le esplosioni. Il primo attacco, condotto da un attentatore suicida, è avvenuto presso una sede regionale della polizia poco dopo le 17, dopo le preghiere del pomeriggio quando i lavoratori hanno iniziato a uscire dagli uffici. L’attentatore, spiega il vice ispettore Aminu Ringim, è arrivato in automobile. L’esplosione ha distrutto il tetto dell’edificio e ha rotto i vetri delle finestre. Tre altre bombe, esplose poco dopo, hanno colpito stazioni di polizia situate in diverse parti della città. La quinta, invece, è detonata nella sede della polizia segreta.

Yushau Shuaib, portavoce dell’Agenzia nazionale per la gestione delle emergenze nigeriana, ha descritto gli attentati come “spaventosi”. “I soccorritori stanno portando le vittime negli ospedali. Al momento non c’è un bilancio ufficiale”, ha scritto in un sms. Un portavoce della Croce rossa nigeriana ha fatto sapere che l’organizzazione non avrà probabilmente informazioni fino a domani mattina. Quello avvenuto oggi è il primo grande attacco di Boko Haram a Kano, una città di oltre 9 milioni di abitanti. Un portavoce della setta, che usa lo pseudonimo Abul-Qaqa, ha rivendicato la responsabilità degli attentati in un messaggio inviato a giornalisti, spiegando che si tratta di una risposta al rifiuto del governo dello Stato di rilasciare membri della setta arrestati dalla polizia.

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