Il sacerdote e attivo nella diocesi di Niamey. Aveva organizzato incontri per contrastare pratiche legate alle culture tradizionali (circoncisione e l'escissione delle ragazze): La procura ha aperto un fascicolo

È stato rapito lunedì sera in Niger il missionario italiano Pier Luigi Maccalli. "Secondo le testimonianze degli abitanti gli assalitori erano circa otto e sono arrivati in moto". Lo racconta ad AFP Thomas Codjovi, incaricato della comunicazione della missione cattolica in Niger. Maccalli è stato portato via dalla sua casa di Bamoanga verso le 21"davanti alla sua chiesa", spiega Codjovi, citando fonti locali del villaggio di Bamoanga, che dipende dalla parrocchia e dalla prefettura di Makalondi (125 km da Niamey, nella regione di Tillaberi). "Prima hanno rotto la porta della casa, poi l'hanno portato fuori e sono andati via con lui su una delle moto. Si sono diretti verso la frontiera del Burkina Faso. Dieci minuti dopo sono tornati per sparare in aria, chiaramente per intimidire la popolazione", ha aggiunto Codjovi. Che poi precisa: "C'erano anche delle suore, ma è solo lui che hanno preso". Il prete italiano vive in Niger da 11 anni

La Società delle missioni africane (SMA), da cui dipende il prete, ha confermato il rapimento sulla sua pagina Facebook, sottolineando di essere "in contatto costante con l'unità di crisi della Farnesina" e aggiungendo che "non ci sono per il momento rivendicazioni". Il Niger, Paese molto povero, è teatro di frequenti attacchi jihadisti, in particolare nel sudovest, vicino al Mali. Ad aprile un operatore umanitario tedesco era stato rapito nella stessa regione di Tillaberi, mentre a ottobre del 2016 un operatore umanitario americano era stato rapito più a nord. Secondo fonti della sicurezza, questi ostaggi sono stati portati nel nord del Mali. Paese a maggioranza musulmana, il Niger conta fra l'1 e il 2% di cristiani su una popolazione di 20 milioni di abitanti. A gennaio del 2015, dopo la pubblicazione di caricature del profeta Maometto da parte del settimanale satirico Charlie Hebdo in Francia, nel Paese scoppiarono rivolte anti-cristiane, in cui morirono 10 persone e furono distrutte la maggior parte delle chiese.

Il villaggio in cui il prete italiano è stato rapito si trova in una zona vicina alla frontiera del Burkina Faso, in cui la situazione è considerevolmente peggiorata negli ultimi mesi. Un doppio attacco ha provocato almeno nove morti lo scorso fine settimana nel sudest del Burkina. Il villaggio si trova anche vicino al Parco nazionale W, a cavallo fra Niger-Burkina Faso-Benin, ormai considerate zone ad alto rischio. Il dipartimento di Torodi, in cui il villaggio del prete italiano si trova, è uno dei settori in cui c'è la più alta concentrazione di cristiani nel Paese. La coabitazione con i musulmani non presenta solitamente problemi. L'arcivescovo di Niamey, Laurent Lompo, primo arcivescovo nigerino, è originario di Torodi.

Padre Maccalli, originario della diocesi di Crema, già missionario in Costa d'Avorio per vari anni, si trova nella parrocchia di Bomoanga, diocesi di Niamey. Da tempo mette insieme evangelizzazione e promozione umana: scuole, dispensari e formazioni per i giovani contadini. Attento alle problematiche legate alle culture locali, aveva organizzato incontri per affrontare temi e contrastare pratiche legate alle culture tradizionali, tra le quali anche la circoncisione e l'escissione delle ragazze, attirandosi anche una certa ostilità. Potrebbe essere questo – notano fonti locali riportate da Fides – uno dei moventi per il rapimento, avvenuto una settimana dopo il suo rientro da un tempo di riposo in Italia. La Missione Cattolica dei Padri Sma si trova in zona Gourmancé (Sud-Ovest) alla frontiera con il Burkina Faso e a circa 125 km dalla capitale Niamey. La missione è presente dagli anni '90, e i villaggi visitati dai missionari sono più di 20, di cui 12 con piccole comunità cristiane, distanti dalla missione anche oltre 60 km.

La procura di Roma ha aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di terrorismo. Titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Sergio Colaiocco

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