Londra (Regno Unito), 10 apr. (LaPresse/AP) – Robert Edwards, pioniere della fecondazione in vitro e premio Nobel per la medicina, è morto nel sonno dopo una lunga malattia. Aveva 87 anni. Lo ha annunciato un portavoce dell’università di Cambridge. Edwards aveva ottenuto nel 2010 il premio Nobel di medicina ‘per lo sviluppo del trattamento della fecondazione umana in vitro’, il quale aveva reso possibile il trattamento della sterilità che colpisce oltre il 10% delle coppie nel mondo. Le sue ricerche permisero la nascita di Louise Brown, prima bambina concepita in provetta, nata il 25 luglio 1978.

Dopo la nascita dei primi bambini concepiti in provetta, Edwards e il suo collaboratore dottor Patrick Steptoe furono accusati di aver giocato a fare Dio e di aver interferito nella natura. La Chiesa cattolica criticò il comitato Nobel per aver assegnato il premio allo scienziato, affermando che la vita umana dovrebbe iniziare in maniera naturale e non artificialmente. Secondo il Vaticano, Edwards aveva “la responsabilità morale di tutti i successivi sviluppi della tecnologia di riproduzione assistita e di tutti gli abusi resi possibili dalla fecondazione in vitro”.

Nel 2011 Edwards fu nominato cavaliere dalla regina Elisabetta II per “i suoi servizi alla biologia della riproduzione umana”. Altri scienziati lo definivano come un visionario, che ha cambiato per sempre le vite di molte persone e della comunità medica. “Penso che adesso la gente capisca che Edwards aveva le migliori intenzioni; ci sono pochi biologi che hanno fatto cose altrettanto pratiche e introdotto cambiamenti così significativi per il mondo intero”, ha detto il dottor Peter Braude, professore di ostetricia e ginecologia del Kings College di Londra, il quale si trovava a Cambridge quando Edwards e Steptoe lavoravano sulla fecondazione assistita. Secondo le stime della Società europea di riproduzione umana ed embriologia, circa 5 milioni di bambini sono nati finora con l’uso della tecnica. Ogni anno, riferiscono gli esperti, circa 350mila bambini nascono grazie alla fecondazione assistita. Si tratta di figli di persone con problemi di sterlitià, single, gay e lesbiche.

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