Sul tavolo il ruolo di Frontex e la possibilità di intervenire nei confini di un Paese quando lo Stato membro non è in grado di gestire la situazione

I ministri degli Interni europei sono riuniti ad Amsterdam per lavorare sulla proposta della Commissione europea di creare un corpo europeo di guardie di frontiera per cercare di affrontare la crisi dei rifugiati in Europa. L'incontro è informale ed è il primo sotto la presidenza olandese del Consiglio dell'Unione, quindi non ci saranno decisioni definitive, ma una riflessione su come organizzare il lavoro per raggiungere un accordo politico entro giugno come promesso dal gruppo dei Ventotto.

 

Sul tavolo, il ruolo che deve svolgere l'Agenzia europea per le frontiere esterne (Frontex) e la possibilità di intervenire nei confini di un Paese quando è chiaro che lo Stato membro non è in grado di gestire la situazione. Oltre alla minaccia sempre più stringente su Schengen, data dall'ipotesi di alcuni Stati di prolungare la reintroduzione dei controlli alle frontiere e dalla proposta di bloccare il passaggio dei migranti in Macedonia, isolando di fatto la Grecia.La giornata inizia con una colazione di lavoro prima del Consiglio dei ministri alla quale parteciperanno i Paesi più colpiti dalla minaccia del terrorismo fondamentalista, compresa la Spagna. L'incontro dei Ventotto comincerà dopo una prima sessione incentrata sulla necessità che gli Stati membri condividano informazioni e colleghino i loro database, questione diventata quasi fondamentale dopo gli attacchi del 13 novembre a Parigi.

 

Il ministro olandese della Sicurezza e della Giustizia, Ard van der Steur, il commissario europeo per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos, e il direttore di Europol, Rob Wainwright, terranno una conferenza stampa sulla presentazione ufficiale del centro europeo per la lotta al terrorismo, attivo dallo scorso 1° gennaio all'interno dell'agenzia stessa della polizia europea. Durante il pranzo a porte chiuse, i ministri discuteranno di temi di carattere più ampio sulla situazione migratoria e sulla crisi dei rifugiati.

 

In una successiva riunione si discuterà lo stato dello spazio Schengen, dopo che Paesi come Germania, Austria e Svezia hanno scelto di reintrodurre temporaneamente i controlli alle frontiere interne per arginare l'arrivo di richiedenti asilo nel loro territorio e chiedono ora di prolungarli. I ministri potranno anche discutere i problemi che affliggono il sistema per la ricollocazione dei richiedenti asilo, dato che i Ventotto si erano impegnati al trasferimento di 160mila migranti dalla Grecia e dall'Italia ad altri paesi Ue: al momento sono state ricollocate solo 331 persone. La discussione sul corpo europeo di guardie di frontiera si terrà nel pomeriggio, e consentirà alla nuova presidenza olandese di organizzare il programma di lavoro per i prossimi sei mesi.

 

L'obiettivo è di arrivare, entro e non oltre il mese di giugno, a un accordo politico tra gli Stati membri, e di lavorare in parallelo con il Parlamento europeo, che assisterà come ospite al vertice di oggi, sull'approvazione del provvedimento nel più breve tempo possibile come già anticipato dal ministro dell'Immigrazione olandese Klaas Dijkhof, nel presentare le priorità dell'Olanda per questo semestre.La modifica del regolamento Dublino, secondo il quale i richiedenti asilo dovrebbero presentare domanda nel primo Paese comunitario in cui entrano, e la creazione di un meccanismo permanente e obbligatorio di ricollocazione non figurano all'ordine del giorno della riunione, ma fonti comunitarie non escludono che qualche Paese ponga questi problemi sul tavolo. La Ce prevede di presentare queste questioni a marzo. Lo stesso vale per la decisione presa dall'Austria questa settimana di fissare un limite fino a un massimo 37.500 richiedenti asilo nel 2016.

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