La decisione dopo il pesante crollo del partito nelle elezioni regionali in Assia

Resterà cancelliera fino alla fine del mandato nel 2021 Angela Merkel. Poi dirà addio alla politica. Niente nuova corsa per la cancelleria, niente candidatura al Bundestag e nessun altro incarico politico, neanche nelle istituzioni Ue come si vociferava. La guida della Cdu, invece, la lascerà già a dicembre, quando al prossimo congresso del partito ad Amburgo non si ricandiderà alla presidenza della formazione conservatrice, in modo da cominciare a preparare il campo per la successione. "Ho l'impressione che oggi sia giunto il momento di aprire un nuovo capitolo", ha detto una cancelliera visibilmente emozionata parlando in conferenza stampa a Berlino.

All'indomani della nuova batosta nelle elezioni regionali in Assia, Merkel – cancelliera da 13 anni e guida della Cdu da 18 – ha tratto quelle conseguenze che aveva momentaneamente congelato dopo lo schiaffo in Baviera. I conservatori, pur confermandosi primo partito, hanno subito un crollo rispetto alle regionali precedenti. E tanto in Baviera quanto in Assia è stato registrato un avanzamento dei Verdi e dell'estrema destra dell'AfD. "Non è più possibile fare come se non fosse successo niente", ha detto, sperando che le sue mosse aiutino a sbloccare la situazione della Grosse Koalition, da mesi attraversata da litigi interni. "L'immagine del governo non è accettabile così", ha affermato Merkel.

Questa fine di mandato rischia però di essere complicata per Merkel. Annunciando il suo addio con due anni di anticipo, potrebbe soffrire di una perdita di credibilità. A livello internazionale in particolare in Europa, in un momento in cui l'Ue attraversa una crisi. Ma anche a livello nazionale, con l'arrivo imminente di una nuova personalità alla guida della Cdu, che potrebbe favorire un orientamento politico diverso. Merkel ha chiarito che non sceglierà alcun successore per guidare la Cdu. Alcuni nomi sono già emersi: la segretaria generale del partito Annegret Kramp-Karrenbauer, vicina alla cancelliera; il ministro della Sanità Jens Spahn o l'ex capogruppo della Cdu al Bundestag Friedrich Merz, dell'ala più conservatrice; o ancora una soluzione di compromesso potrebbe essere Armin Laschet. Quanto alla Spd, altro partito della GroKo bastonato in Assia, la presidente Andrea Nahles è tornata ad agitare la minaccia di un'uscita dalla coalizione se il governo non garantirà una serie di misure che il partito vuole vedere rapidamente adottate, come quelle contro il riscaldamento climatico.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata