Roma, 13 apr. (LaPresse) – Gaza vive ancora nella distruzione dopo l’offensiva israeliana lanciata la scorsa estate. Per questo 46 agenzie umanitarie, tra cui Oxfam, ActionAid, Carter Center, Save the Children, Terre des Hommes, hanno diffuso un rapporto comune, dal titolo ‘Tracciare una nuova rotta: come superare lo stallo a Gaza’. Obiettivo: cercare di spingere la comunità internazionale a cambiare urgentemente il proprio orientamento e mantenere le promesse avanzate all’indomani del cessate il fuoco.
Secondo quanto spiega Oxfam, a sei mesi di distanza dalla Conferenza dei Paesi donatori sulla ricostruzione nella Striscia, gli impegni assunti per stanziare 3,5 miliardi di dollari sono lontani dall’essere mantenuti: le condizioni di vita degli abitanti sono sempre peggiori, nessuna delle 19mila case distrutte nella guerra è stata ricostruita, 100mila persone sono ancora sfollate e molte altre vivono in scuole o ricoveri di fortuna. Le organizzazioni chiedono che ci sia un cessate il fuoco permanente, l’assunzione di responsabilità di tutte le parti coinvolte, la fine dell’embargo imposto da Israele.
“Le promesse fatte durante la Conferenza dei donatori – afferma Winnie Byanyima, direttore generale di Oxfam International – si sono rivelate parole vuote. Mentre la ricostruzione stenta a ripartire, non è ancora stato raggiunto alcun accordo per un cessate il fuoco a lungo termine e non vi è ancora un vero piano per la revoca del blocco su Gaza. Nonostante la comunità internazionale abbia definito imperativo un cambio di rotta, mantenendo lo status quo, non sta di fatto facendo nulla per evitare il riaccendersi del conflitto. Il rischio è che diventi nuovamente osservatore impotente di fronte allo scoppio di un nuovo conflitto che invece potrebbe essere evitato”.
Fino ad oggi è stato stanziato solo il 26,8% dei fondi che i Paesi donatori si sono impegnati a fornire sei mesi fa, mentre nemmeno i lavori di ricostruzione già finanziati sono iniziati a causa delle restrizioni imposte dal blocco israeliano, che impedisce l’ingresso ai materiali essenziali per la ricostruzione della Striscia. Mancano i fondi per la riparazione di più di 81 strutture mediche e ospedali danneggiati, e le poche strutture per le quali sono stati reperiti i fondi non hanno i materiali da costruzione necessari.
L’entrata in vigore del cessate il fuoco temporaneo non è inoltre servita ad evitare che altri attacchi negli ultimi mesi colpissero i civili: si sono verificati più di 400 incidenti di fuoco israeliano a Gaza e quattro missili sono stati sparati da Gaza verso Israele.
“Con questo nuovo rapporto – conclude Riccardo Sansone, responsabile emergenze umanitarie di Oxfam Italia – lanciamo un appello affinché tutte le parti riprendano immediatamente i negoziati per un cessate il fuoco permanente. Chiediamo che Israele ponga fine al blocco e alla politica di separazione di Gaza dalla Cisgiordania, e chiediamo la riconciliazione dei diversi soggetti politici palestinesi. L’Egitto deve al più presto riaprire il confine con Gaza rendendo possibile l’ingresso nella Striscia degli aiuti umanitari. Chiediamo infine che anche l’Italia giochi la sua parte attivandosi con la massima urgenza presso le parti in conflitto e la comunità internazionale e facendo in modo che tali richieste trovino presto attuazione”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata