Due centri di potere si contendono il controllo del Paese ma gruppi jihadisti e tribù rendono la situazione sempre più instabile
La Libia vive una situazione di grave frammentazione politica, cinque anni dopo l'inizio delle rivolte che fecero crollare il regime di Muammar Gheddafi, con due governi rivali, centinaia di tribù e milizie e gruppi jihadisti tra cui lo Stato islamico. All'origine del caos, strettamente legato alle risorse del Paese e con un forte impatto sulla sicurezza, è il fatto che le istituzioni del regime di Gheddafi non siano sopravvissute, e non ne siano sinora state create di nuove. Le Nazioni unite spingono da tempo per la formazione di un governo di unità nazionale e ad oggi è atteso l'ok da parte dell'unica autorità libica riconosciuta a livello internazionale.
Due centri di potere infatti si contendono il controllo del Paese, rivendicando legittimità. I due Parlamenti e i governi controllano in realtà parziali zone del territorio, in cui si trovano anche 140 tribù e almeno 230 milizie armate. Oltre l'Isis.
– La Camera dei rappresentanti di Tobruk è internazionalmente riconosciuta, formata dalla Camera eletta nel luglio 2014 e presieduta da Aguila Salah Issa. Le elezioni furono contestate dal generale Khalifa Haftar e dalle milizie di Zintan a lui alleate, intenzionate a destituire la ex maggioranza islamista al potere. Ciò portò a un colpo di Stato nell'agosto del 2014, che costrinse i deputati a lasciare la capitale e trasferirsi in una zona più sicura, a Tobruk, città costiera del nordest del Paese non lontana dall'Egitto. Il governo di Tobruk, guidato da un'alleanza di forze laiche e fazioni cirenaiche, è sostenuto dalle forze riorganizzate nella Operazione dignità dal generale Haftar, reintegrato nel nuovo esercito libico, e dalle milizie della città occidentale di Zintan. A sostenerne il potere anche Egitto ed Emirati Arabi Uniti. Il governo controlla principalmente l'Est del Paese: la Cirenaica, con eccezione di alcune zone in mano ai jihadisti, la gran parte dei campi petroliferi a sud di Ras Lanouf e Ajdabiya, le zone meridionali, il deserto sudorientale, l'area di Kufra, l'area di Zintan a sudovest di Tripoli. Non controlla invece del tutto Bengasi. A Derna, nel nordest del Paese, fazioni jihadiste di cui alcune alleate con l'Isis controllano alcune zone.
– Il governo antagonista ha sede a Tripoli, dove si è insediato dopo che i membri della Camera dei rappresentanti hanno lasciato la capitale. Il nuovo Congresso nazionale è nato a seguito delle pressioni della coalizione di Alba libica, composta da fazioni islamiste tra cui le milizie di Misurata, quelle di berberi Amazigh e tuareg. Alba libica, legata ai Fratelli musulmani, possiede equipaggiamenti militari avanzati, quindi è considerata una sorta di "braccio armato" o "esercito alternativo", in mano al potere di Tripoli. Il gruppo Scudo libico, composto da diverse milizie, è considerato dalle autorità di Tripoli come parte delle forze del suo ministero della Difesa. Questo governo controlla le zone nordoccidentali, fra cui Tripoli e Misurata. Il governo di Tripoli è sostenuto dai Fratelli musulmani, da Qatar, Sudan e Turchia.
– Lo Stato islamico, gruppo estremista islamico guidato da Abu Bakr al-Baghdadi e noto in Libia come Califfato di Bayda, ha preso forza nel Paese nel 2015. È passato dall'essere un piccolo gruppo di combattenti a una realtà in grado di controllare intere città. La sua presenza è stata verificata a Sirte, dove i gruppi jihadisti locali si sono affiliati e dove ha preso edifici governativi e sedi dei media, e a Derna, dove si è scontrato duramente con gruppi jihadisti locali, soprattutto con il Consiglio della Shura, Darnah Mujahidin, legato ad al-Qaeda. Il gruppo ha lanciato offensive per prendere il controllo dei terminal petroliferi di Sidra e Ras Lanouf, sulle coste vicino a Sirte. Cellule sarebbero attive anche a Bengasi e Tripoli, mentre il flusso di armi e militanti da e per il Paese sarebbe in crescita. Il 10 dicembre prese Sabrata, città nord-occidentale il cui sito archeologico è patrimonio dell'umanità Unesco. A dare segnale della crescente potenza dell'Isis in Libia, ci sarebbe il fatto che al-Baghdadi vi sarebbe entrato con alcuni luogotenenti, andando a Sirte. In un recente attentato a Zliten, i militanti hanno colpito una scuola di polizia uccidendo 74 persone.
– Tra gli altri gruppi estremisti islamici ci sono Ansar al-Sharia, i Consigli di shura di Bengasi e Derna, Mokhtar Belmokhtar al-Murabitun nel sudovest, al-Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqim) a sudovest e nordest. I gruppi islamisti si sono rafforzati dopo lo sgretolamento dello Stato, e sempre questo ha permesso che si creassero legami tra essi. A Derna, Sirte, Sabrata Bengasi, infatti, jihadisti locali hanno scelto il marchio del "califfo " per guadagnare pubblicità, carisma e influenza.
– Ansar al-Sharia, nata a Bengasi nel 2011, è considerata legata al al-Qaeda ed è forte soprattutto nell'est della Libia. Punta all'istituzione della legge islamica in tutto il Paese. A Bengasi i suoi combattenti sono presenti dalla destituzione di Gheddafi nel 2011 e si sono scontrati con l'esercito del governo riconosciuto. Il gruppo è stato legato all'attacco al consolato Usa del settembre 2012, in cui fu ucciso anche l'ambasciatore americano.
– Il Consiglio della Shura dei rivoluzionari di Bengasi è una coalizione di milizie islamiste, tra cui anche lo stessa Ansar al-Sharia. Si oppone all'esercito del governo riconosciuto. La sua roccaforte è a Bengasi.
– Il Consiglio dei Mujaheddin di Derna, affiliato ad al-Qaeda, è una coalizione di gruppi islamisti nata a dicembre 2014. Subito dopo si è impegnata contro lo Stato islamico a Derna, dove è riuscito a cacciare i rivali da diverse parti della città.
La Libia è un Paese composto da centinaia di tribù arabe, ciascuna delle quali ha propri obiettivi. Ad esempio, il fatto che Muammar Gheddafi si sia rifugiato a Sirte prima di essere ucciso può essere spiegato con il sostegno che gli dava la tribù locale. Due gruppi rivali si scontrano anche a Ajdabiya, dove si oppongono le tribù di Zwia e Maghariba, la prima legata al Consiglio della shura locale, la seconda al governo di Tobruk. La tribù di Tibù segue una versione più liberale dell'islam e sostiene il governo di Tobruk, in contrasto con i Tuareg che sostengono quello di Tripoli, controllando zone centromeridionali del Paese. I berberi sono invece divisi: sono in maggioranza pro-Tripoli, ma non nella zona di Zintan dove i membri sono pro-Tobruk.
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