di Denise Faticante

Roma, 14 apr. (LaPresse)- Quella del governo italiano “è stata una dichiarazione vergognosa e improvvida” invece il Papa ha mostrato “coraggio nella sua semplicità” anche perché il genocidio degli armeni “ha molto in comune con la recente persecuzione dei cristiani”. Con voce cordiale ma ferma Antonia Arslan, scrittrice di origine armena che con la sua ‘Masseria delle Allodole’ portò all’attenzione del grande pubblico lo sterminio del suo popolo, interviene, con un’intervista a LaPresse, sulle parole di Papa Francesco e sul fuoco di fila della Turchia che sta investendo in queste ore il Vaticano.

Le parole del Papa hanno avuto un effetto deflagrante. Ma secondo lei perché non prese questa decisione forte durante il suo viaggio in Turchia?

Perché sarebbe potuta apparire offensiva e provocatoria nei confronti dei turchi. E’ stata fatta saggiamente nel momento giusto. Dopo cento anni dai fatti finalmente è stata riconosciuta una tragedia negata.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Sandro Gozi, ha sostenuto che non è opportuno che il governo italiano parli di “genocidio”: come valuta questa posizione?

E’ vergognoso e improvvido. Si tratta di affermazioni di gente che si impaurisce al di là del necessario. Anche perché si avvalora una menzogna di Stato. Mi chiedo: si parla così per non comrpomettere gli affari con la Turchia? Non ne capisco davvero il senso anche perché gli stessi turchi riconoscono quel grande buco nero del loro passato.

Come ha vissuto umanamente queste giornate?

R: Sto vivendo ore esaltanti ed eccitanti. La gente non ci credeva. Mi hanno chiamato tutti, persino i miei cugini dall’America. E’ un momento storico, non è il primo Papa che ne parla (già Giovanni Paolo II in un comunicato congiunto col patriarca armeno Karekin II, scrisse di “genocidio degli armeni” ndr). Però c’è qualcosa di solenne nella proclamazione di Bergoglio che rende onore alla verità.

Come si spiega la reazione così violenta da parte della Turchia che ha dato vita al più rilevante incidente diplomatico di questo pontificato?

Prevedibile ma anche inspiegabile. La posizione turca non ha risposta nell’opinone pubblica dei cittadini di quel Paese. Inoltre, se posso azzardare un parallelo, la tragedia degli armeni somiglia a ciò che sta accadendo adesso ai cristiani: persecuzioni, che ricordano rituali di inizio secolo, come le decapitazioni, che avvengono nella distrazione superficiale delle potenze occidentali.

Se ricevesse una telefonata da Papa Bergoglio cosa gli direbbe?

Lo ringrazierei. Direi: Grazie Santità – perché non lo appellerei in nessun altro modo che questo – apprezzo il semplice coraggio che ha dimostrato.

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