Nuova Delhi (India), 15 mar. (LaPresse/AP) – Il Parlamento indiano ha approvato una risoluzione in cui chiede all’Assemblea nazionale pakistana di “desistere da atti di sostegno a estremisti e terroristi”. Il provvedimento è una risposta alla risoluzione approvata ieri dai deputati pakistani per condannare l’esecuzione da parte delle autorità di Nuova Delhi di Mohammed Afzal Guru, impiccato lo scorso 9 febbraio per il suo presunto ruolo nell’attentato contro il Parlamento nel 2001.

Guru era sospettato di fare parte di un gruppo indipendentista e la sua morte ha scatenato violenti proteste nella regione indiana del Kashmir. In seguito sono aumentate anche le tensioni tra Nuova Delhi e Islamabad. “Qualsiasi tentativo da parte di chiunque di interferire negli affari interni dell’India sarà trattato con risolutezza e nel rispetto della completa unità della nazione”, si legge nel testo approvato dai deputati indiani.

Nella risoluzione adottata ieri il Parlamento pakistano chiede alle autorità indiane di consegnare il corpo di Guru ai suoi familiari. “La Camera esprime una profonda preoccupazione per la situazione nella parte del Kashmir occupata dall’India dopo l’impiccagione di Afzal Guru”, si legge nel testo. I deputati pakistani hanno inoltre chiesto all’India di ritirare le truppe dalla regione e hanno ribadito che “il Pakistan sostiene pienamente il giustificato diritto” all’autodeterminazione che spetta agli abitanti del Kashmir.

Oggi, dietro richiesta del ministero degli Esteri indiano, è stata cancellata una serie di partite di hockey su prato tra le squadre dei due Paesi. La nazionale pakistana doveva visitare l’India per cinque partite tra il 5 e il 15 di aprile, mentre la squadra indiana doveva recarsi in Pakistan tra il 23 aprile e il 2 maggio. “Spero che i pakistani riceveranno il messaggio”, ha detto il ministro degli Esteri dell’India, Salman Khurshid.

Le tensioni tra i due Paesi erano aumentate ulteriormente questa settimana, dopo che Nuova Delhi aveva accusato Islamabad di coinvolgimento in un attacco di militanti a Srinagar, la principale città del Kashmir, in cui erano stati uccisi cinque agenti paramilitari. Esponenti del governo indiano hanno affermato che a organizzare l’attacco fossero stati militanti provenienti dal Pakistan, ma Islamabad ha subito respinto le accuse.

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