Gerusalemme, 2 mag. (LaPresse/AP) – Le forze armate israeliane hanno chiuso l’indagine interna sulla morte di 21 membri di una singola famiglia palestinese, uccisi nel gennaio del 2009 durante l’attacco alla Striscia di Gaza, concludendo che nessun soldato è responsabile del fatto. I colpi dell’artiglieria israeliana colpirono l’abitazione in cui la famiglia era riunita. Le forze militari di Israele hanno respinto le accuse che si sia trattato di un crimine di guerra, negando che la casa sia stata deliberatamente presa come bersaglio o che i soldati abbiano agito con imprudenza. Il gruppo per i diritti umani israeliano B’tselem sostiene che sia “intollerabile” che i militari non si siano presi alcuna responsabilità sull’accaduto.

La conclusione dell’inchiesta ha scatenato la rabbia dei parenti delle vittime e di B’tselem, secondo cui la decisione prova che l’esercito non è in grado di indagare sulla condotta dei suoi soldati. “Stiamo parlando di un crimine contro i civili”, sostiene Salah Samouni, la cui figlia di due anni morì nell’attacco. “Sappiamo che Dio punirà gli assassini. Sono riusciti a sfuggire al giudizio del tribunale, non lo faranno con quello di Dio”, ha aggiunto Samouni, sopravvissuto al bombardamento. Israele sostiene che la responsabilità della morte dei civili ricada su Hamas, colpevole di usare scuole, case e moschee come copertura durante gli attacchi dello Stato ebraico. I colloqui di pace fra israeliani e palestinesi si sono interrotti proprio a causa della guerra del 2009 e sono tuttora bloccati.

I palestinesi rifiutano di negoziare finché Israele continuerà a espandere i suoi insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, territori reclamati e riconosciuti dalle Nazioni unite parte di un futuro Stato arabo. L’Autorità nazionale palestinese ha inviato una lettera al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in cui vengono descritte le condizioni per la ripresa dei negoziati. Un funzionario di Tel Aviv, rimasto anonimo, ha dichiarato oggi che il premier la prossima settimana manderà il suo massimo inviato, Yitzhak Molcho, a incontrare il presidente dell’Anp Mahmoud Abbas, per consegnare la risposta israeliana. L’incontro potrebbe avvenire mercoledì o giovedì nel quartier generale di Abbas in Cisgiordania.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata