Salhiyah (Iraq), 30 set. (LaPresse/AP) – I combattenti curdi hanno ripreso una città chiave al confine iracheno, Rabia, assediata dai militanti dello Stato islamico. Lo ha reso noto il portavoce dei peshmerga, Halgurd Hekmat, spiegando che nella zona vi sono stati forti scontri. I peshmerga hanno conquistato il valico di frontiera di Rabia, che i militanti avevano occupato durante l’estate, in uno sforzo maggiore dopo i primi raid della forza britannica, entrata nella coalizione, che hanno colpito una base di armi pesanti e un veicolo con una mitragliatrice utilizzati dagli estremisti che stavano attaccando i combattenti curdi. I raid hanno colpito una base di armi e un veicolo armato nel nordovest del Paese. Entrambi hanno avuto successo, ha commentato in una nota il Ministero della Difesa britannico. I peshermerga hanno condotto una lunga battaglia contro i militanti anche nelle città di come a Zumar e Daquq. Secondo quanto riferito dagli operatori sanitari, circa 70 combattenti curdi rimasti feriti da colpi di mortaio, mitragliatrici e cecchini sono stati portati in una clinica di fortuna nella città di Salhiya.

Gli Stati Uniti hanno confermato i raid dichiarando che i caccia hanno condotto sette attacchi nel nordovest dell’Iraq, distruggendo sette veicoli dello Stato islamico. Un altro è stato danneggiato. Altri quattro attacchi hanno colpito anche i veicoli e militanti che combattono le posizioni vicino alla diga di Mossul, al di fuori Baghdad. Inoltre il Comando Centrale degli Stati Uniti ha confermato i raid compiuti oggi contro lo Stato islamico sul confine tra la Siria e la Turchia. Tra ieri e oggi, i caccia e i droni Usa hanno condotto 11 incursioni aeree lunedì e martedì in Siria, di cui tre vicino al confine tra Siria e Turchia che hanno distrutto pezzi di artiglieria, ne hanno danneggiato un altro e buttato giù due lanciarazzi. Secondo quanto riferito dal Pentagono, un altro raid a nord est di Aleppo ha distrutto quattro edifici occupati da militanti. Due attacchi hanno distrutto veicoli, artiglieria e un carro armato nella Siria orientale e vicino al confine con l’Iraq.

Oltre 10mila soldati sono schierati al confine con la Siria dopo i colpi di artiglieria di domenica. Lo scrive il quotidiano turco Zaman. Da ieri un certo numero di carri armati turchi sono stati posizionati in una base militare turca a nordovest della città siriana di Kobani. Il governo di Ankara ha presentato al Parlamento due distinti mozioni su un possibile intervento turco in Siria e in Iraq. Giovedì le votazioni. “Il mandato coprirebbe tutte le eventuali minacce e tutti i rischi”, ha spiegato il vice primo ministro Bulent Arinc. I mandati già esistenti consentono ai militari di attraversare il confine per combattere le minacce alla Turchia provenienti dai ribelli curdi che combattono da basi in Iraq o per effettuare incursioni in Siria in caso di minacce da parte del regime di Bashar Assad. Arinc ha aggiunto che il nuovo permesso unirà le azioni separati per la Siria e l’Iraq, amplierà il campo di applicazione alle minacce poste dallo Stato islamico e consentirà anche l’uso del territorio turco da truppe straniere.

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