Ramadi (Iraq), 26 dic. (LaPresse/AP) – Grande protesta dei sunniti in una provincia a ovest di Baghdad. In migliaia hanno dimostrato contro il governo centrale dominato dagli sciiti, sostendo di essere esclusi dalle decisioni del Paese. Si tratta della terza grande manifestazione nella provincia di Anbar in meno di una settimana. La zona è la stessa in cui scoppiò la grande insurrezione contro l’invasione del 2003 guidata dagli Stati Uniti.

Le dimostrazioni seguono l’arresto, avvenuto la scorsa settimana, di dieci guardie assegnate al ministro delle Finanze Rafia al-Issawi, che viene dalla provincia di Anbar ed è uno dei più importanti funzionari di religione islamica sunnita al governo centrale. I sunniti ritengono che la detenzione sia immotivata. I manifestanti si sono radunati nei pressi del capoluogo della provincia, Ramadi, 115 chilometri a ovest di Baghdad. La città si trova vicina a Falluja, dove si combattè ferocemente durante l’ivasione tra le truppe degli Stati Uniti e gli insorti iracheni.

I manifestanti si sono radunati creando un blocco stradale lungo la direttrice che collega Baghdad con Giordania e Siria e lo stesso ministro al-Issawi ha fatto un’apparizione arrivando a bordo di un convoglio di suv. “Ingiustizia, emarginazione, discriminazione e doppi standard – ha dichiarato contro il premier Nouri al-Maliki – come pure la politicizzazione del sistema giudiziario e una mancanza di rispetto per la collaborazione, la legge e la costituzione: sono tutti elementi che stanno trasformando i nostri quartieri di Baghdad in prigioni enorme circondati da blocchi di cemento”. Al-Maliki ha difeso gli arresti sostenendo che si tratta di legittimi provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria e ha messo in guardia da atteggiamenti che possono riaccendere settarismi, magari per ottenere un risultato più pesante alle elezioni provinciali che si terrano in Iraq il prossimo aprile.

Al-Issawi ha spiegato invece all’Associated Press che il blocco stradale “rimarrà a tempo indetermnato, fino a quando non saranno soddisfatte le richieste dei manifestanti e fino a quando non si porrà fine alle ingiustizie”. La maggioranza sciita dell’Iraq salì al potere dopo l’invasione guidata dagli Usa che spodestò il regime di Saddam Hussein dominato dai sunniti, anche se le minoranza araba sunnita arabi e quella dei curdi mantengono alcuni posti nel governo. Tra gli striscioni portati alla manifestazione sunnita di oggi uno recita ‘Non siamo una minoranza”.

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