Baghdad (Iraq), 11 ago. (LaPresse/AP) – Gli Stati Uniti hanno condotto 15 raid aerei mirati che hanno rallentato l’avanzata dello Stato islamico in Iraq. Lo ha fatto sapere il generale William Mayville, direttore delle operazioni dello Stato maggiore congiunto Usa, sottolineando però che l’operazione è limitata e ha fatto poco per diminuire le capacità di combattimento degli insorti. “Nelle zone in cui abbiamo concentrato i nostri attacchi – ha spiegato – abbiamo avuto un effetto molto temporaneo. Non vorrei suggerire in nessun modo che abbiamo effettivamente contenuto o in qualche modo infranto la minaccia” posta dallo Stato islamico. Ciononostante, ha aggiunto, “non ci sono piani per espandere l’attuale campagna aerea”.

Il generale ha riferito che l’amministrazione sta invece valutando come rafforzare gli aiuti alle forze curde, che hanno bisogno di munizioni e armi pesanti per affrontare i militanti. Il governo iracheno, ha detto Mayville, ha fornito alcune armi ai curdi negli ultimi giorni, ma le necessità sono così grandi che Washington ha dovuto intervenire e intende fare di più. I bisogni delle forze curde, ha detto, sono “piuttosto significativi”.

Intanto un funzionario del governo del Kurdistan iracheno, rimasto anonimo, ha fatto sapere che le armi inviate direttamente a Erbil dagli Usa sono poche e che si tratta soprattuto di AK-47 e munizioni. Le armi, ha riferito, vengono inviate tramite agenzie di intelligence e non il Pentagono o il dipartimento di Stato. Mayville ha fatto sapere anche che aerei Usa e britannici hanno condotto 14 missioni nelle ultime quattro notti per lanciare 310 pacchetti con aiuti ai membri della minoranza yazida fuggiti dalle persecuzioni e intrappolati sul monte Sinjar. Tra gli aiuti ci sono acqua potabile e 75mila pasti. Gli Usa, ha notato Mayville, non sono ancora riusciti a stabilire quanti sfollati si trovano sulla montagna né quanto grave è la loro situazione.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata