Ginevra (Svizzera), 24 nov. (LaPresse/AP) – Nella notte a Ginevra è stato raggiunto un accordo sul programma nucleare dell’Iran fra i rappresentanti di Teheran e quelli del gruppo 5+1, composto dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite (Russia, Usa, Regno Unito, Francia, Cina), più la Germania. L’accordo prevede un impegno dell’Iran a tagliare le sue attività nucleari per sei mesi, in cambio di un limitato e graduale allentamento delle sanzioni, compreso l’accesso a 4,2 miliardi di dollari derivanti dalle vendite del petrolio. I sei mesi daranno tempo ai diplomatici per negoziare un accordo definitivo.

E dopo l’annuncio fonti dell’amministrazione Obama coperte dall’anonimato hanno rivelato ad Associated Press che a spianare la strada all’intesa sono stati colloqui segreti di alto rango fra Stati Uniti e Iran, almeno tre, che si sono svolti nel corso di quest’anno. I colloqui, che si sono svolti anche in Oman, fino a due mesi fa sono stati tenuti segreti da Washington anche agli amici più fidati, compresi i partner negoziatori e Israele.

Da quando è stato rivelato nel 2003, il programma di arricchimento dell’Iran è cresciuto da poche decine di centrifughe a oltre 18mila installate e più di 10mila in attività. Le macchine hanno prodotto tonnellate di uranio a basso arricchimento, che possono essere trasformate in materiale per armi; inoltre Teheran ha accumulato circa 200 chilogrammi di uranio altamente arricchito in una forma che può essere convertita più rapidamente in materiale fissile per testate nucleari. Le sue scorte sono quasi sufficienti a creare una bomba nucleare.

L’accordo sul nucleare raggiunto a Ginevra costituisce una tappa fondamentale anche per il rapporto fra Stati Uniti e Iran, tra i quali il dialogo si è riaperto dopo decenni a settembre scorso nel corso dell’Assemblea generale delle Nazioni unite a New York. Ad allora risale infatti la storica telefonata di 15 minuti fra Barack Obama e il neopresidente dell’Iran, il moderato Hassan Rohani. I due Paesi avevano interrotto i rapporti diplomatici 34 anni fa, quando si era verificato l’assalto all’ambasciata Usa di Teheran con la seguente crisi degli ostaggi, durata oltre due mesi. Da allora le relazioni fra Washington e Teheran sono state, a seconda dei momenti, fredde o ostili. Tuttavia, nonostante l’accordo abbia abbassato la tensione fra Iran e Stati Uniti, permangono dei punti di frizione, primo fra tutti il sostegno di Teheran al regime di Bashar Assad in Siria. Gli Usa accusano inoltre la Repubblica islamica di sostenere il terrorismo nella regione e commettere violazioni dei diritti umani.

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