New Delhi (India), 22 dic. (LaPresse/AP) – La polizia indiana ha usato gas lacrimogeni e idranti contro centinaia di persone che stavano manifestando a Nuova Delhi contro lo stupro di gruppo ai danni di una studentessa di 23 anni, avvenuto il 16 dicembre su un autobus. Alcuni dimostranti sono rimasti feriti provando a superare le barricate in una zona di alta sicurezza della capitale, e hanno lanciato pietre in direzione dei poliziotti. Numerosi agenti sono stati schierati a controllo dell’area, mentre la folla dei manifestanti si è radunata vicino al Parlamento. La zona è particolarmente sensibile perché ospita la residenza presidenziale, l’ufficio del primo ministro e vari ministeri.

I dimostranti hanno chiesto la pena di morte per i cinque sospetti arrestati per la violenza di gruppo, mentre la polizia sta ancora cercando il sesto presunto assalitore. Alcuni manifestanti hanno mostrato cartelli con le scritte ‘Salviamo le donne, salviamo l’India’ e ‘Impiccate gli stupratori’. V.K. Singh, ex capo dell’esercito in pensione, si è unito ai manifestanti e ha accusato “l’apatia politica e burocratica per i crimini contro le donne”, chiedendo immediate riforme politiche per addestrare e armare le forze di sicurezza.

Ravi Shankar Prasad, portavoce del Partito popolare indiano, la principale formazione di opposizione, ha condannato le azioni della polizia contro i manifestanti e ha chiesto ai leader governativi di avviare un dialogo. La violenza di gruppo contro la giovane ha scatenato nell’ultima settimana proteste in tutto il Paese. La società civile ha chiesto con forza alle autorità azioni più forti per proteggere le donne dalle minacce di stupro e dalle violenze. Ieri, le autorità hanno promesso di portare avanti una campagna di ampio respiro per proteggere le donne a Nuova Delhi.

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