Hong Kong (Cina), 25 mar. (LaPresse/AP) – La Corte suprema d’appello di Hong Kong ha negato il diritto alla residenza permanente a due collaboratori domestici filippini, con una sentenza che avrà conseguenze per decine di migliaia di stranieri che lavorano nel territorio. I due, Evangeline Banao Vallejos e Daniel Domingo, avevano intentato una causa contro il divieto di concedere la residenza permanente ai collaboratori domestici, previsto dalla legge sull’immigrazione, definendolo incostituzionale. I giudici della Corte hanno appoggiato la posizione del governo, secondo cui i collaboratori domestici non possono essere paragonati ad altri residenti stranieri. I lavoratori appartenenti ad altre categorie possono chiedere la residenza permanente dopo avere vissuto a Hong Kong per almeno sette anni. Questa sentenza chiarisce che lo stesso non può valere per i collaboratori domestici. Chi ottiene la residenza permanente, può votare e non ha bisogno del visto per lavorare.

A Hong Kong lavorano quasi 300mila collaboratori domestici stranieri, provenienti soprattutto dal sudest asiatico. Secondo le stime del governo, nel 2010 c’erano circa 117mila collaboratori domestici che abitavano nella città da almeno sette anni. Alcuni abitanti di Hong Kong avevano protestato contro il diritto alla residenza per i lavoratori domestici, temendo che ciò potesse spingere i loro familiari a seguirli.

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