Port-au-Prince (Haiti), 13 dic. (LaPresse/AP) – La missione di peacekeeping Onu ad Haiti indagherà sulle accuse secondo cui i suoi soldati avrebbero fatto uso eccessivo della forza contro la folla, durante una violenta protesta. Ieri i peacekeeper hanno aperto il fuoco sui dimostranti che marciavano attraverso Port-au-Prince per chiedere una nuova leadership e le elezioni attese da lungo tempo. Alcune persone hanno bruciato pneumatici e si sono scontrati con i soldati e la polizia, che ha lanciato gas lacrimogeni. I giornalisti di AP non hanno visto feriti o vittime. La missione di stabilizzazione delle Nazioni unite ad Haiti (Minustah) ha fatto sapere in una nota che prende seriamente le accuse e annunciato: “Abbiamo immediatamente aperto una indagine per stabilire la dinamica dei fatti”.

Ore dopo la protesta, il presidente Michel Martelly ha annunciato di aver accettato i risultati di una commissione nominata dal governo, creta per mettere fine allo stallo politico nel Paese, tra cui le raccomandazioni che il premier si dimetta. In un discorso alla nazione, Martelly ha detto che il premier Laurent Lamothe è pronto a sacrificarsi e dimettersi, sebbene non abbia detto che lo farà. Lamothe era presente al momento dell’annuncio, ma non è intervenuto. La commissione ha chiesto anche il rilascio di “prigionieri politici”, le dimissioni del presidente della Corte suprema e di attuali membri del Consiglio elettorale provvisorio.

Martelly, che incontrerà lunedì funzionari del governo, avrebbe dovuto indire elezioni nel 2011, ma non lo ha ancora fatto. La sua amministrazione accusa sei senatori dell’opposizione di respingere la legge del 2013 che autorizzerebbe il voto. I senatori affermano infatti che la misura sia incostituzionale e favorisca il governo. L’amministrazione, però, insiste che il governo vuole si tengano le elezioni. A metà gennaio il Parlamento sarà sciolto, a causa dello scadere dei mandati di senatori, e a quel punto Martelly governerebbe per decreto.

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