Atene (Grecia), 24 gen. (LaPresse/AP) – La paralisi del traffico di Atene potrebbe costare cara ai lavoratori della metropolitana della capitale greca. Dopo otto giorni consecutivi di sciopero, infatti, il ministro dei Trasporti Kostis Hadzidakis ha ordinato la precettazione dei dipendenti della metro i quali, nonostante un’ordinanza del tribunale che imponeva loro di interrompere lo sciopero, si sono rifiutati di tornare al lavoro. I dipendenti che continueranno la protesta rischiano il licenziamento, oltre che il carcere, con condanne che vanno dai tre mesi ai cinque anni di reclusione, ai sensi della legge del 2007 sulla gestione delle ‘emergenze in tempo di pace’.

“I sindacati hanno deciso di seguire una linea di cieco confronto e adottato metodi di sciopero irragionevoli”, ha detto Hatzidakis dopo l’incontro di emergenza con il primo ministro Antonis Samaras sulla questione. “Come risultato delle loro azioni – ha aggiunto il ministro – si sono verificate difficoltà per i cittadini di Atene e seri problemi finanziari alla capitale. Non possiamo fare altro che procedere con la precettazione”. I dipendenti della metropolitana protestano contro la rinegoziazione dei loro contratti, sottoposti a una revisione che, secondo i sindacati, taglierebbe gli stipendi del 25%.

La risposta all’ordine governativo non si è fatta attendere. Yannis Panagopoulos, capo del sindacato Gsee, ha chiesto al governo di “revocare immediatamente” la precettazione, accusando Atene di avere violato i diritti costituzionali dei lavoratori. “I problemi affrontati dai dipendenti dei trasporti pubblici, di cui essi non sono responsabili in alcun modo, non possono essere risolti con la precettazione e con la criminalizzazione delle azioni sindacali”, ha detto Panagopoulos in un comunicato. Nei giorni scorsi, avevano scioperato anche i lavoratori degli altri servizi di trasporto pubblico. La Grecia sta attraversando ormai il suo sesto anno di recessione, con una disoccupazione che ha superato il 26%. I tagli alle spese pubbliche imposti dal governo sono stati richiesti dai creditori internazionali, come parte dell’accordo per elargire il prestito di salvataggio.

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