Berlino (Germania), 5 gen. (LaPresse/AP) – Continua la diattriba tra Chrustian Wulff e la Bild, sull’inchiesta che il quotidiano pubblicò il 13 dicembre e che, a quanto sembra, il presidente tedesco avrebbe provato a bloccare con una telefonata infuriata al direttore Kai Diekmann. Non trovandolo lasciò un messaggio in segreteria telefonica. Ieri Wulff, in un’intervista televisiva, ha chiesto scusa per la telefonata, di cui si è venuto a sapere nei giorni scorsi, ma che risale al giorno prima della pubblicazione dell’articolo. Il capo di Stato ha però ammesso solo di aver chiesto un rinvio dell’uscita del pezzo per avere la possibilità di ribattere, e non la sua cancellazione. Pronta è arrivata oggi la risposta della Bild. In una lettera indirizzata allo stesso presidente (e visionata da Ap), Diekmann ha espresso “sorpresa” per le dichiarazioni. La Bild, si legge, vorrebbe pubblicare il testo del messaggio lasciato in segreteria dal presidente, ma chiede l’approvazione di Wulff “nello spirito di trasparenza di cui lei parla”.

L’11 dicembre, scrive il direttore, la Bild si era già detta d’accordo a pubblicare l’inchiesta con un giorno di ritardo. In quell’occasione, prima dunque della telefonata, il portavoce di Wulff, poi licenziato dal presidente pochi giorni prima di Natale senza spiegazioni ufficiali, aveva fornito e poi ritrattato una risposta. Ora il quotidiano, si legge ancora nella lettera indirizzata al presidente, vorrebbe pubblicare il testo del messaggio lasciato in segreteria, “per chiarire i malintesi in merito alle vere motivazioni e al reale contenuto della sua telefonata”.

Fin da dicembre, Wulff è sotto pressione per le indiscrezioni pubblicate dal quotidiano tedesco secondo cui, prima di diventare presidente, nel 2008, quando era governatore della Bassa Sassonia, avrebbe ricevuto un prestito di 500mila euro a tassi agevolati rispetto a quelli di mercato dalla moglie dell’amico Egon Geerkens. Soldi utilizzati poi per acquistare una casa. Il capo di Stato ha chiesto scusa per la vicenda la settimana successiva all’uscita della notizia. Ma negli ultimi giorni il caso si è nuovamente acceso per le rivelazioni sulla telefonata infuriata a Diekmann. Il testo della chiamata ancora non è stato reso noto ma, dopo la sfida lanciata dal quotidiano oggi, potrebbe esserlo a breve.

Ieri il presidente tedesco, intervistato dalle televisioni Ard e Zdf, ha definito la telefonata “un serio errore”, aggiungendo: “Mi scuso per questo”. Tuttavia, Wulff non ha espresso finora alcuna intenzione di dimettersi. Alla domanda specifica sulla possibilità di fare un passo indietro in seguito allo scandalo, ha risposto: “No”. Alcune ore prima dell’intervista, anche il cancelliere Angela Merkel, sostenitrice di Wulff e sua compagna di partito, era intervenuta sulla vicenda, dicendosi “sicura” che il presidente avrebbe dato da parte sua ulteriori spiegazioni.

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