Dodici anni di carcere per i due che facevano prostituire il figlio da quando aveva 7 anni. Scoperti anche quattro clienti: uno pagò più di 10mila euro per violentarlo più volte

In Germania una donna è stata condannata a 12 anni e mezzo di carcere per aver abusato di suo figlio e averlo costretto a prostituirsi online.

Berrin Taha, 48 anni, e il suo compagno Christian Lais, 39 anni, entrambi disoccupati, sono stati riconosciuti colpevoli di aver abusato del bambino e di averlo costretto a prostituirsi tra maggio 2015 e agosto 2017 tramite Darknet. Il Tribunale di Friburgo li ha condannati rispettivamente a 12 anni e mezzo e 12 anni di carcere.

L'indagine sulle violenze era partita da una segnalazione anonima nell'autunno del 2017. In seguito il 39enne, già condannato per pedofilia e possesso di pornografia infantile, ha confessato tutto e permesso l'arresto dei clienti: quattro tedeschi, uno svizzero e uno spagnolo. Lo stesso Christian Lais ha chiesto alla Corte che la sua condanna fosse accompagnata da misure di detenzione per poter seguire una terapia.

Oltre alla coppia, altre quattro persone sono state condannate nelle ultime settimane a pene da otto a dieci anni di prigione. Javier Gonzalez Diaz, uno spagnolo di 33 anni, è stato condannato a 10 anni di detenzione per aver violentato il bambino diverse volte in cambio di più di 10mila euro pagati alla coppia.

I servizi sociali, la polizia e la magistratura tedeschi sono stati fortemente criticati per questo caso: a causa della sua passata condanna per pedofilia, infatti, a Christian Lais doveva essere vietato entrare in contatto diretto con i bambini. La vittima, che ora ha 10 anni, è stata posta in affidamento.
 

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