Dopo l'attentato Le Pen sale nei sondaggi, ma rimane dietro Macron

L'attacco sugli Champs Elysées di Parigi irrompe in una Francia agli sgoccioli della campagna elettorale in vista delle elezioni presidenziali di domani. Un assalitore, identificato come Karim Cheurfi, ha aperto il fuoco giovedì sera nel pieno centro della capitale francese uccidendo un poliziotto, Xavier Jugelé, e ferendone gravemente altri due prima di essere ucciso a sua volta dagli agenti; un attacco rivendicato dallo Stato islamico. I fatti si sono trasformati in arma elettorale, alla vigilia di un voto dall'esito imprevedibile, in cui il centrista Emmanuel Macron è considerato dai sondaggi il favorito, ma con uno scarto minimo rispetto alla leader della destra Marine Le Pen e un vantaggio che si è assottigliato sempre di più rispetto al conservatore François Fillon e al candidato della sinistra radicale Jean-Luc Melenchon. Secondo un sondaggio Odoxa realizzato per Le Point la leader del Front national ha guadagnato un punto percentuale dopo l'attacco nella capitale, anche se Macron resterebbe in testa al primo turno.

Le Pen è stata la prima a intervenire dopo l'attentato: ha accusato il governo del presidente uscente François Hollande di "inazione" e ha chiesto il "ripristino immediato delle frontiere nazionali". A bacchettarla ci ha pensato il premier Bernard Cazeneuve: "Marine Le Pen sta strumentalizzando senza vergogna la paura dell'attentato di ieri a suo vantaggio elettorale. Non è stato dimostrato nessun legame tra il fenomeno dell'immigrazione e gli attacchi terroristici", ha affermato Cazeneuve, puntando poi il dito contro Fillon che in mattinata aveva riempito di critiche l'azione dell'esecutivo nella gestione della sicurezza. Macron ha chiesto agli elettori di "non cedere alla paura, alle divisioni, alle intimidazioni", e Melenchon ha chiesto ai francesi di non lasciarsi prendere da "odio e vendetta". Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, su Twitter ha scritto che l'attacco "avrà un grande effetto sulle elezioni presidenziali"; e secondo un sondaggio realizzato da Odoxa per Le Point dopo l'attentato Marine Le Pen ha guadagnato un punto percentuale, anche se Macron resta sempre in testa al primo turno e batterebbe la leader dell'ultradestra anche al secondo.

Sull'attentato in sé sono emersi nuovi dettagli, ma restano ancora punti da chiarire. Quello che si sa è che l'attentatore Karim Cheurfi, 39 anni, nato il 31 dicembre 1977 a Livry-Gargan, aveva un lungo passato criminale: aveva trascorso 14 anni in carcere dopo una condanna a 15 anni del 2005 per avere sparato contro un agente nel 2001; era uscito dal carcere in libertà provvisoria a ottobre del 2014, poi era stato fermato a febbraio per avere minacciato la polizia, ma dopo l'interrogatorio a Meaux, alle porte di Parigi, ma fu liberato per mancanza di prove. E non tornò in carcere neanche dopo che non informò la giustizia francese che fra il 15 gennaio e il 15 febbraio si era recato in Algeria, come invece la libertà condizionale lo obbligava a fare (allora Cheurfi giustificò la mancata comunicazione con il fatto che era partito per andare a sposarsi e il giudice accolse la spiegazione). Tuttavia, nonostante questi precedenti, il procuratore francese François Molins ha riferito che il killer non aveva mai mostrato segni di radicalizzazione e non era nella watch list della sicurezza. Ma vicino al suo corpo è stato trovato un messaggio manoscritto di appoggio per lo Stato islamico; secondo indiscrezioni, inoltre, nella sua auto sono state trovate armi (un fucile a pompa con munizioni calibro 12, due grandi coltelli da cucina e una cesoia), una copia del Corano, e gli indirizzi della Dgsi (Direction générale de la sécurité intérieure, cioè i servizi), del commissariato di Lagny e di diverse armerie. Tre familiari di Cheurfi sono stati fermati per essere interrogati.

Resta invece ancora da chiarire perché l'Isis, nel rivendicare l'attacco, abbia identificato il killer come "il belga": questo elemento solleva il dubbio che potesse esserci un altro commando pronto ad agire, tanto più che i servizi di intelligence francesi erano stati allertati dalle autorità del Belgio dell'ingresso nel Paese di un individuo sospetto arrivato in treno. E qui emerge un altro aspetto da chiarire: Molins in conferenza stampa ha precisato che gli inquirenti stanno ancora valutando se l'attentatore avesse o meno dei complici.

Quanto alla vittima, il poliziotto Xavier Jugelé, 37 anni, è stato ucciso con due spari alla testa mentre si trovava in un veicolo della polizia parcheggiato di fronte all'ufficio per il turismo della Turchia in Francia, dove era prevista una manifestazione. Secondo Le Parisien, l'agente era intervenuto anche la notte dell'attacco del Bataclan, il 13 novembre del 2015, per mettere in sicurezza l'area, ed era molto impegnato per i diritti Lgbt nell'ambito della polizia nazionale. La sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha annunciato che la settimana prossima la città organizzerà un omaggio per il poliziotto assassinato.

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