Ferguson (Missouri, Usa), 30 nov. (LaPresse/AP) – Il poliziotto bianco Darren Wilson, che lo scorso 9 agosto uccise il 18enne nero disarmato Michael Brown, ha lasciato la polizia di Ferguson. Lo ha annunciato uno dei suoi avvocati, Neil Bruntrager, aggiungendo che le dimissioni hanno effetto immediato. Wilson era in congedo amministrativo dal 9 agosto. La sparatoria di quel giorno aveva dato il via ad accese proteste nel sobborgo di St. Louis e in tutti gli Stati Uniti. E nuove proteste sono esplose dopo che nella serata americana di lunedì 24 novembre, a seguito di tre mesi di analisi delle prove e delle testimonianze, il Grand jury che si occupava del caso ha deciso di non emettere alcuna incriminazione a carico di Wilson. L’agente, davanti alla giuria, ha sostenuto di avere sparato perché temeva per la sua vita dal momento che Brown lo avrebbe colpito e avrebbe provato a raggiungere la sua pistola.

Wilson, che lavorava nella polizia di Ferguson da meno di tre anni, ha spiegato al St. Louis Post-Dispatch che ha deciso di dimettersi dopo che il dipartimento gli ha riferito di avere ricevuto avvertimenti in cui si minacciavano violenze se lui fosse rimasto nella forza di polizia. “Non voglio che qualcun altro venga ferito a causa mia”, ha detto Wilson al giornale qualche ora fa. Il poliziotto ha trascorso gli ultimi mesi nascondendosi e dopo la sparatoria non ha rilasciato dichiarazioni. Ha rotto il silenzio solo dopo la decisione del Grand jury, dicendo ad Abc News che non avrebbe potuto fare niente di diverso quando si è imbattuto in Michael Brown. Wilson, che recentemente si è sposato, ha detto di avere la coscienza pulita perché “so di avere fatto bene il mio lavoro”.

La sparatoria in cui uccise Brown fu la prima occasione in cui utilizzò la pistola sul lavoro, ha riferito lui stesso. E alla domanda se la sua reazione sarebbe stata la stessa se Brown fosse stato bianco anziché nero ha risposto di sì. Wilson ha cominciato la sua carriera nella vicina Jennings prima di trasferirsi a Ferguson. Contro di lui non erano mai state presentate lamentele e aveva alle spalle una buona carriera, secondo quanto riferisce il capo della polizia di Ferguson, Tom Jackson, che lo ha definito “un eccellente poliziotto”. Pochi mesi prima della sparatoria di Ferguson aveva ricevuto un encomio per avere arrestato un sospetto in un caso di droga.

Sabato sera oltre 100 manifestanti si sono radunati vicino al quartier generale della polizia di Ferguson subito dopo la diffusione della notizia delle dimissioni di Wilson. I dimostranti erano molti meno degli agenti e almeno una persona è stata arrestata dopo brevi tafferugli con i poliziotti, mentre altri manifestanti bloccavano il traffico in una strada vicina indossando delle maschere bianche. Un altro manifestante ha bruciato una bandiera americana. Entro mezzanotte erano rimasti solo una ventina di dimostranti. Oggi i genitori di Michael Brown parteciperanno a una messa con il reverendo Al Sharpton, attivista per i diritti umani. Inoltre per oggi è attesa una dichiarazione della procuratrice della città di Ferguson, Stephanie Karr. Sul caso dell’uccisione di Michael Brown sono ancora in corso due indagini del dipartimento Usa della Giustizia a livello federale: una per accertare un’eventuale violazione di diritti civili e un’altra per verificare se il dipartimento di polizia abbia mantenuto pratiche discriminatorie.

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