Ginevra (Svizzera), 11 nov. (LaPresse/AP) – L’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani (Unhchr) ha chiesto alla giunta militare al potere in Egitto di rilasciare Alaa Abdel-Fattah, noto blogger arrestato con l’accusa di aver incitato gli scontri religiosi del 9 ottobre in cui sono morte 29 persone. Rupert Colville, portavoce dell’Unhchr, ha detto che l’Egitto “deve rispettare pienamente la libertà di espressione”, a nove mesi dalla cacciata dell’ex presidente Hosni Mubarak. Parlando con i giornalisti da Ginevra, Colville ha aggiunto che l’agenzia “è preoccupata per quello che sembra essere uno spazio sempre più in diminuzione per la libertà di espressione e associazione in Egitto”. Il portavoce ha aggiunto che l’ufficio dell’Onu è deluso dalla giunta militare egiziana perché questa ha ignorato le richieste di eliminare le leggi di emergenza e mettere fine ai processi militari contro civili.

Il caso di Abdel-Fattah ha raccolto l’attenzione internazionale anche da quando la madre, Laila Soueif, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro l’arresto del figlio. Abdel-Fattah è stato citato in giudizio dai procuratori militari lo scorso 30 ottobre, ma si è rifiutato di rispondere alle domande sulle violenze del 9 ottobre. Il suo arresto dimostra che le relazioni tra governo militare e attivisti continuano a peggiorare. Secondo i manifestanti sono stati gli stessi soldati a scatenare le violenze di ottobre e ad aver investito dimostranti con veicoli blindati, mentre l’esercito nega ogni accusa e addita il blogger come provocatore. I militari al potere avevano inizialmente ordinato al governo di indagare sulle violenze, ma poi hanno deciso di investigare da soli sugli scontri, gesto che ha scatenato il timore di possibili coperture.

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