Il Cairo (Egitto), 22 ago. (LaPresse/AP) – Hosni Mubarak è stato scarcerato. Dopo due anni di detenzione sono scaduti i tempi per la custodia cautelare per le ultime accuse che lo tenevano dietro le sbarre e l’ex raìs è stato rilasciato dal carcere di Tora e messo in libertà condizionata. Un elicottero lo ha trasportato dalla prigione ad un ospedale militare che si trova a Maadi, sobborgo a sud del Cairo. Qui starà ai domiciliari. La liberazione rischia di alimentare le rivolte in Egitto, già attraversato da violenze e tensioni a seguito del colpo di Stato militare dello scorso 3 luglio, che ha destituito Morsi dalla presidenza portando al potere un governo ad interim sostenuto dai militari. Le vicissitudini giudiziarie di Mubarak non sono però finite: tutti i processi a suo carico, infatti, sono ancora pendenti e proprio domenica 25 agosto l’ex presidente egiziano dovrà presentarsi in tribunale nell’ambito del procedimento per la morte di centinaia di manifestanti nella rivolta di piazza Tahrir del 2011.

LA SCARCERAZIONE E IL TRASPORTO IN ELICOTTERO. Nel pomeriggio un elicottero dotato di equipaggiamento medico è giunto al carcere di Tora, dove ha prelevato l’ex raìs e lo ha trasportato nell’ospedale militare di Maadi, sobborgo a sud del Cairo. Mubarak indossava occhiali da sole, camicia bianca, pantaloni beige e mocassini bianchi.

L’ARRIVO IN OSPEDALE, QUI STARA’ AI DOMICILIARI. L’elicottero si è fermato su una pista antistante l’ospedale militare di Maadi, sulle rive del Nilo. Sotto rigida sorveglianza l’ex raìs, 85 anni, è stato poi immediatamente trasferito su un’ambulanza, a bordo della quale ha attraversato la strada fino all’ospedale. Una foto scattata da Associated press mostra Mubarak su una barella mentre viene messo sull’ambulanza, sotto stretta sicurezza. Ha accennato un sorriso e ha messo le braccia dietro la testa mentre i medici spingevano la barella dentro l’ambulanza. Mentre il mezzo attraversava la strada diretto verso l’ingresso principale dell’ospedale militare c’erano diverse guardie, alcune delle quali con le pistole in vista, e diversi soldati hanno scortato il veicolo, probabilmente per il timore che Mubarak potesse essere obiettivo di un attacco.

Nell’ospedale militare di Maadi Mubarak sarà trattenuto agli arresti domiciliari, spiega la tv di Stato egiziana. A chiedere i domiciliari è stato il primo ministro, Hazem el-Beblawi, nell’ambito delle misure di emergenza imposte questo mese in Egitto a seguito delle violenze scoppiate dopo la destituzione di Mohammed Morsi.

I PROCESSI DI MUBARAK E I MOTIVI DEL RILASCIO. Il rilascio di Mubarak è stato ordinato da una Corte accettando un’istanza della difesa, presentata dopo che sono scaduti i termini della custodia cautelare per l’ultimo caso giudiziario che teneva l’ex raìs ancora in carcere, cioè quello dei regali che avrebbe accettato dal quotidiano di Stato al-Ahram. Il gruppo ‘Egyptian Initiative for Personal Rights’, che si è occupato della difesa dei familiari di vittime uccise nelle manifestazioni del 2011, ricostruisce la situazione giudiziaria di Mubarak. A suo carico, spiega, ci sono quattro tipi di accuse: l’ex raìs è accusato di complicità nell’uccisione di alcuni dimostranti nel 2011, di guadagni illeciti, di essersi appropriato insieme ai familiari di fondi per la manutenzione dei palazzi presidenziali e, appunto, di avere accettato regali dai media di Stato.

Per il caso dell’uccisione dei manifestanti Mubarak era stato condannato all’ergastolo il 2 giugno del 2012; la sentenza è stata però ribaltata dalla Corte di cassazione il 13 gennaio del 2013 a seguito del ricorso, ed è dunque in corso un nuovo processo su queste accuse. E’ per questo che Mubarak dovrà comparire in tribunale il 25 agosto. Per i tre casi di corruzione invece, cioè quelli di guadagno illecito, di appropriazione dei fondi per i palazzi presidenziali e di regali ricevuti dai media, non c’è stata ancora alcuna condanna né assoluzione, ma sono scaduti i termini di carcerazione cautelare. I termini per il caso di guadagni illeciti erano scaduti il 20 giugno scorso, per il caso dei palazzi presidenziali il 19 agosto; infine adesso sono scaduti i termini per l’ultimo caso. Per ottenere la scarcerazione la difesa ha puntato inoltre sul fatto che il valore dei regali ricevuti è stato ripagato.

CONDIZIONI DI SALUTE. Sin dalla sua cacciata, avvenuta l’11 febbraio del 2011 a seguito delle proteste di piazza Tahrir, sono svariate e spesso contrastanti le notizie emerse a proposito delle condizioni di salute di Hosni Mubarak. A luglio del 2011 si parlò di un infarto improvviso e la tv di Stato egiziana annunciò che l’ex presidente era in coma. Notizia successivamente smentita dal medico di Mubarak, il quale attribuì il problema alla pressione bassa. A dicembre dello scorso anno, inoltre, venne fuori la notizia che l’ex presidente era caduto in bagno in carcere ferendosi alla testa e al torace. I critici dell’ex raìs sostengono che la diffusione di notizie sulle condizioni di salute precarie di Mubarak sia solo un tentativo di ottenere l’appoggio dell’opinione pubblica e ottenere benevolenza da parte della Corte. La moglie di Mubarak, Suzanne, ha continuato a vivere al Cairo e ha mantenuto in questi due anni un basso profilo, facendo visita di tanto in tanto al marito e ai due figli in prigione.

LE RIVOLTE DOPO LA DESTITUZIONE DI MORSI. Il rilascio di Mubarak, primo presidente arabo a scontare una pena in carcere, rischia di infiammare ulteriormente gli scontri in corso in Egitto dopo la destituzione di Mohammed Morsi. L’ex presidente Morsi è stato destituito lo scorso 3 luglio e al suo posto si è insediato un governo ad interim, sostenuto dai militari, con Adly Mansour presidente e il generale Abdel-Fatah el-Sissi capo dell’esercito e ministro della Difesa. Da allora Morsi si trova agli arresti e il Paese è spaccato fra sit-in pro Morsi e detrattori dell’ex presidente. Il mese scorso era stato nominato vice presidente Mohamed ElBaradei, premio Nobel per la Pace, che si è però dimesso a seguito del bagno di sangue di mercoledì 14 agosto e dell’imposizione di stato d’emergenza e coprifuoco per un mese.

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