Il riferimento delle Nazioni Unite è relativo alle atrocità commesse dall'Isis in Siria

Il gruppo terroristico Stato islamico ha commesso un genicidio contro la comunità yazida. È quanto denuncia la commissione d'inchiesta delle Nazioni unite sulle atrocità commesse in Siria. Il gruppo di esperti in diritti umani conferma inoltre che i jihadisti dell'Isis hanno compiuto "diversi" crimini contro l'umanità e crimini di guerra contro gli yazidi, "molti dei quali sono ancora prigionieri in Siria, dove sono sottoposti agli orrori più inimmaginabili". "Il genocidio degli yazidi continua", afferma il testo, chiedendo che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite "porti il caso alla Corte penale internazionale o che stabilisca un tribunale ad hoc con la giurisdizione geografica e temporale pertinente". 

 La commissione d'inchiesta Onu denuncia che oltre 3.200 donne e bambini sono ancora in mano all'Isis, che utilizza le donne come schiave del sesso e indottrina i minorenni come militanti del gruppo jihadista per usarli nei combattimenti. "Migliaia" di bambini e uomini sono scomparsi, segnala la commissione. Gli yazidi sono una comunità etnico-religiosa curda stanziata nel nord dell'Iraq e della Siria da millenni. Secondo il testo, "l'Isis ha voluto distruggere gli yazidi attraverso omicidi, schiavitù sessuale, tortura, trattamento disumano e degradante, imposizione di misure per evitare la nascita di bambini della comunità, conversioni forzate di adulti e traumi mentali". Gli esperti hanno documentato come i bambini yazidi siano stati separati dalle famiglie per essere cresciuti lontano dalla loro comunità, dai loro valori e dala loro religione, con l'obiettivo di portare via la loro identità. "Le dichiarazioni pubbliche e la condotta dei combattenti dell'Isis dimostrano chiaramente che voleva distruggere gli yazidi di Sinjar, dove si trova la maggioranza della popolazione yazida al mondo", scrive la commissione.

L'informativa dell'Onu è concentrata esclusivamente sulle atrocità commesse in Siria dall'Isis e si basa su 45 interviste fatte a sopravvissuti, leader religiosi, contrabbandieri, attivisti, avvocati, personale medico e giornalisti. A gennaio scorso un documento pubblicato dall'Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani e dalla missione dell'Onu in Iraq aveva avvertito che le violenze commesse dall'Isis in Iraq costituiscono un "possibile genocidio".

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