Con il Premier in terapia intensiva il Regno passa le ore più buie della sua storia recente. Dubbi sulla catena di comando alla testa del Paese 

 Non sono passate nemmeno 24 ore dal trasferimento in terapia intensiva di Boris Johnson e nonostante le rassicurazioni di Downing Street mille interrogativi si levano già da una opinione pubblica in preda al panico e un Governo preda del caos. La stampa, ogni singola testata inglese, descrive un Ministro degli Esteri Dominic Raab indeciso a tutto, non supportato per altro da un esecutivo più diviso che mai. Lui dovrebbe amministrare gli affari correnti ma purtroppo le condizioni interne e internazionali non sono mai state così lontane da poter essere considerate normale amministrazione. Il coronavirus flagella il Regno con quasi 900 decessi solo nell'ultimo giorno. E lunedì termina il periodo di lockdown inizialmente indicato dal Primo Ministro. La domanda sulla bocca di tutti è chi possa assumere oggi la decisione di prolungare, come ci si aspetta, la 'chiusura' del Paese o addirittura nuove misure ancora più restrittive. All'interno del gabinetto non regna la concordia, anzi, sembra che si proceda in totale ordine sparso. Senza la leadership, per quanto controversa, di Boris Johnson nessuno dei ministri sembra avere la taratura necessaria né l'appoggio dovuto. Non solo, in Gran Bretagna non c'è nemmeno una Costituzione che preveda meccanismi automatici di supplenza alla premiership. Tutto il castello si basa su convenzioni.

 Raab ha ricevuto incarico direttamente dal legittimo titolare, prima che questo venisse blindato in isolamento al St Thomas Hospital di Londra. La sua autorità però, anche in termini di legge, traballa. Decisioni di rilievo avrebbero comunque bisogno di avere un carattere collegiale. Il capo di gabinetto Michael Gove ha cercato di spegnere sul nascere i timori su una possibile paralisi: “Mr Raab is in charge”. Ha affermato lapidario, salvo poi aggiungere che il Gabinetto resta il supremo organo decisionale. Beffa del destino, poco dopo anche Glove ha dovuto andare in quarantena in seguito al contagio di un familiare. Gli inglesi sono un popolo che ha vissuto in guerra la maggior parte della sua storia, dunque non è strano nascano subito domande importanti: chi ha il potere oggi di entrare nella stanza dei bottoni nucleari con in mano codici e chiavi? Normalmente ogni Primo Ministro scrive le sue istruzioni in caso di vacuum di potere sotto attacco nemico. Una sorta di “ultime istruzioni” del capo supremo. Quelle di Johnson sarebbero valide oggi? Quesiti destinati a restare senza risposta. Londra vive con il fiato sospeso, sapendo che due terzi dei ricoverati in terapia intensiva finiscono per essere sedati e intubati. Se Johnson dovesse, come purtroppo probabile, assentarsi per troppo tempo dal suo posto di comando si porrà il dilemma di come sostituirlo. Sarebbe in questo caso l'Esecutivo stesso, ma c'è chi sostiene il Gruppo Conservatore, ad indicare un premier ad interim che dovrebbe recarsi dalla Regina per ricevere formalmente l'incarico. Buio totale su chi potrebbe essere il prescelto. Le prospettive fosche oltremanica non sono mai buone notizie per il Continente

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata