Bruxelles (Belgio), 3 ott. (LaPresse/AP) – Il presidente e il primo ministro del Consiglio nazionale di transizione, Mustafa Abdul-Jalil e Mahmoud Jibril, hanno annunciato il nuovo esecutivo e promesso le loro dimissioni quando la Libia sarà completamente sicura. La notizia arriva settimane dopo scontri politici interni che hanno portato a uno stallo nella formazione di un nuovo governo libico. I due leader hanno precisato che manterranno le loro posizioni fino a quando non sarà catturata Sirte, città natale di Muammar Gheddafi e roccaforte dell’ex regime. Abdul-Jalil e Jibril hanno aggiunto di aver firmato la promessa “di non prendere parte in alcun modo al futuro governo”.

Intanto, da Bruxelles, il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha chiesto al Cnt di garantire la sicurezza dei depositi segreti di armi dell’ex regime di Muammar Gheddafi. “La possibilità che riserve di armi non siano controllate e monitorate in modo adeguato genera preoccupazioni”, ha detto Rasmussen. Le dichiarazioni del segretario generale arrivano dopo alcune domande di giornalisti su migliaia di missili terra-aria che sarebbero andati persi dopo la sconfitta dell’esercito del colonnello. Stati Uniti e altre nazioni occidentali stanno cercando di ridurre le provviste dei cosiddetti Sam-7 per il timore che finiscano tra le mani di terroristi. I missili terra-aria portatili sono considerati obsoleti per gli standard militari moderni, ma possono comunque rappresentare un rischio per gli aerei di linea civili.

Nel frattempo nel sud del Paese, dalla città di Sabha, oltre 1.200 lavoratori immigrati e i membri delle loro famiglie sono stati evacuati in Ciad. Lo fa sapere l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Il capo della missione dell’Oim in Ciad, Qasim Sufi, ha detto che il gruppo, di cui fanno parte cittadini di 11 Paesi diversi, è “estremamente sollevato” dopo aver passato diverse settimane in un centro di transizione a Sabha. Gli scontri non hanno permesso all’Oim di raggiungere il gruppo per trasportarlo fuori dal centro o per portare provviste a Sabha, dove mancano anche acqua corrente ed elettricità. Il gruppo, di cui fanno parte donne e bambini, è partito da Sabha ieri a bordo di 15 camion. Il viaggio verso il Ciad dovrebbe durare circa una settimana.

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