La protesta nella comunità di Hauzenberg, in Bassa Baviera. L'uomo è accusato di 'manipolazione spirituale'
In Germania, a Hauzenberg, in Bassa Baviera, un’intera comunità si è ribellata al suo vescovo, che ha licenziato il prete Alexander Aulinger dopo le voci su festini a base di alcool con i giovani fedeli. Domenica 23 marzo, per manifestare solidarietà al sacerdote, i 100 chierichetti della parrocchia sono ‘entrati in sciopero’, riporta Bild, mentre i vigili del fuoco si sono presentati in chiesa in uniforme.
Un’intera comunità in protesta
Anche i rappresentanti delle organizzazioni locali hanno indossato i costumi tradizionali e i giocatori della squadra di calcio hanno preso parte alla funzione domenicale nella chiesa di St. Vitus con le divise ufficiali. “Il nostro ultimo servizio come chierichetti è per il nostro sacerdote”, ha detto la studentessa Leni, aggiungendo che “quasi tutti ci stiamo dimettendo”. La ‘caccia’ al suo sacerdote la rende triste e arrabbiata, ha detto la ministrante Eva. “Quello che stiamo vivendo ora non è solo ingiusto, ma contraddice tutti i valori che la Chiesa cattolica dovrebbe rappresentare: verità, carità e perdono”, ha aggiunto Emilia, un’altra giovane che si è schierata al fianco del prete.
Le accuse di ‘manipolazione spirituale’
Tuttavia, in seguito alle accuse di “manipolazione spirituale” e abuso di alcol durante le gite, la diocesi di Passau ha deciso di imporre ad Alexander Aulinger un “divieto temporaneo di celebrare la messa” e un “divieto di apparizioni pubbliche come sacerdote”. Le prime accuse sono emerse durante un viaggio di giovani nell’estate del 2023. Un dossier di 151 pagine è ora al vaglio della Procura bavarese. I fedeli hanno parlato di un “informatore” che aveva denigrato il loro popolare pastore.
La difesa del prete
Holm Putzke, l’avvocato del sacerdote, ha assicurato: “Il pastore Aulinger non si dimette“. Secondo il legale, il prete si difenderà dalle insinuazioni e dalle speculazioni mirate della diocesi. I genitori hanno scritto in una lettera aperta al vescovo Stefan Oster che le accuse erano infondate e che i loro figli non potevano confermarne nessuna.
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