Dopo il mandato alla Casa Bianca fu insignito del Premio Nobel

Compie oggi 100 anni l’ex presidente degli Stati Uniti d’America Jimmy Carter. Si tratta del primo degli ex inquilini della Casa Bianca a tagliare il traguardo del secolo: a farlo è il figlio di un contadino della Georgia che produceva arachidi, arrivato alla guida degli Usa e anche ad essere insignito del premio Nobel per la Pace, pur rimanendo per tutta la sua vita un outsider della politica. Diventando, però, un vero è proprio influencer esterno che ha sostenuto decenni di battaglie nella difesa dei diritti umani e della democrazia.

Nei quattro anni della sua presidenza Carter ha affrontato una serie di sfide internazionali: mediò lo storico accordo di Camp David tra Egitto e Israele e provò a ridurre la corsa agli armamenti con l’Unione Sovietica.
Carter negli ultimi 19 mesi ha vissuto in un ospizio vicino alla sua città natale dove in molti si apprestano a celebrare i suoi 100 anni. “Non tutti riescono a vivere un secolo su questa terra, e quando qualcuno ci riesce e usa questo tempo per fare così tanto bene a tante persone, vale la pena celebrarlo”, ha detto in un’intervista Jason Carter, nipote di Jimmy e presidente del consiglio di amministrazione del Carter Center, organizzazione non governativa e senza scopo di lucro fondata nel 1982 dall’ex Presidente degli Stati Uniti.

Dalla Georgia a Washington D.C.

Nato il 1° ottobre 1924 a Plains, in Georgia, Stato di cui è stato governatore dal 1971 al 1975, Carter ha vissuto nello stato del sud più di 80 dei suoi 100 anni. Si prevede che festeggerà il suo compleanno nella stessa casa a un piano che lui e Rosalynn, sua moglie, costruirono nei primi anni ’60, prima della sua prima elezione al Senato dello Stato della Georgia. L’ex first lady, anch’essa nata a Plains, è morta lo scorso novembre a 96 anni. Agricoltore e uomo d’affari di successo, governatore della Georgia, Presidente americano e vincitore del Premio Nobel per la Pace: il democratico Jimmy Carter ha vissuto una vita che gli ha permesso di ottenere status e potere. Tuttavia, il 39° e più longevo Presidente degli Stati Uniti, non è mai stato l’insider che il suo curriculum, ricco di successi, potrebbe suggerire. In effetti, Carter ha scalato la scala politica facendo campagna contro l’establishment. Ha vinto le presidenziali nel 1976, arrivandoci in qualità di ex governatore della Georgia, allora poco conosciuto, promettendo onestà e competenza dopo gli anni duri del Vietnam e lo scandalo Watergate che aveva fatto cadere il presidente Richard Nixon.

La sconfitta con Reagan e il Nobel

Dopo il mandato presidenziale Carter venne sconfitto da Reagan nel 1980: una sconfitta che gli permise, tuttavia, di trovare il suo successo più duraturo come influencer esterno alla politica quando lui e la moglie Rosalynn Carter fondarono il Carter Center ad Atlanta nel 1982. Dopo quella data seguirono decenni di difesa della democrazia globale e dei diritti umani.  E alcune delle prese di posizione, sul contesto internazionale, dell’ex Presidente infastidirono i suoi successori e l’establishment della politica estera di Washington. Carter infatti criticò le guerre degli Stati Uniti in Medio Oriente, l’isolamento della Corea del Nord da parte dell’Occidente e il trattamento della Palestina da parte di Israele. Per le sue battaglie nel nel 2002 ha ricevuto il premio Nobel per la pace. “Il modo migliore per capire Carter come outsider è vederlo come se avesse sempre compreso le regole del circolo degli insider”, ha detto la storica Amber Roessner. “Solo che non le ha sempre rispettate”.

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