Intanto il Kibbutz Be'eri annuncia la morte dell'ostaggio Dror Or

IN AGGIORNAMENTO. La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 210. Hamas ha fatto sapere che presto invierà una delegazione in Egitto per proseguire nei colloqui per raggiungere un accordo sul cessate il fuoco. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha detto al segretario di Stato americano Antony Blinken che non accetterà un accordo con Hamas che includa la fine della guerra. Hamas invece analizza il piano preparato dall’Egitto e risponderà giovedì.

Casa Bianca: “Operazione Rafah imminente? Spetta a Israele dirlo”

Spetta a Israele parlarne“. Così la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha risposto alla domanda se l’opreazione militare israeliana sia imminente. “Quello che posso dire è che abbiamo espresso molto chiaramente le nostre preoccupazioni, pubblicamente e in privato”, ha aggiunto Jean-Pierre.

20:30 Media, Israele ha informato Usa di trasferimento civili Rafah

L’esercito israeliano ha informato l’Amministrazione Biden e le organizzazioni umanitarie che operano a Gaza di un piano per il trasferimento dei civili da Rafah, in vista di un’invasione della città. Lo riferisce Politico, citando un funzionario Usa e altre due fonti a conoscenza della situazione. Secondo il piano illustrato dall’Idf, i civili presenti a Rafah verrebbero trasferiti a al-Mawasi, una piccola striscia di terra sulla costa meridionale di Gaza. L’Amministrazione Biden ha più volte esortato Israele a non procedere con un’invasione di Rafah senza un piano per la protezione dei civili. 

20:00 Media, vicino accordo su ritiro Hezbollah da confine nord

Israele ed Hezbollah sarebbero vicini a raggiungere un accordo che porterebbe il gruppo militante libanese a ritirarsi dal confine settentrionale dello Stato ebraico consentendo ai residenti di tornare nelle loro case, evacuate dopo l’inizio della guerra in Medioriente. Lo riporta l’emittente israeliana Canale 12, citata da The Times of Israel. L’intesa sul tavolo sarebbe mediata dagli Stati Uniti e sarebbe simile alla risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che nel 2006 pose fine alla guerra tra Israele ed Hezbollah. Perché l’accordo possa essere definitivamente raggiunto, tuttavia, sarebbe prima necessaria l’intesa sugli ostaggi tra Israele ed Hamas che possa riportare la calma nella Striscia di Gaza

19:30 Oms: “Offensiva su Rafah può essere un bagno di sangue”

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) “è profondamente preoccupata che un’operazione militare su vasta scala a Rafah possa portare a un bagno di sangue. Più di 1,2 milioni di persone si stanno attualmente rifugiando nell’area, molte delle quali non possono spostarsi altrove”. Lo scrive l’Oms in un comunicato pubblicato su X. “Una nuova ondata di sfollamenti aggraverebbe il sovraffollamento, limitando ulteriormente l’accesso al cibo, all’acqua, ai servizi sanitari e igienico-sanitari, portando a un aumento delle epidemie, a un peggioramento dei livelli di fame e a ulteriori perdite di vite umane”, prosegue l’Oms.

19:20 Idf colpisce posizioni Hezbollah nel sud del Libano

Aerei da combattimento israeliani hanno colpito quattro posizioni di Hezbollah nel sud del Libano. Lo comunicano le forze israeliane di difesa (Idf), citate dal Times of Israel. Secondo l’Idf gli obiettivi includevano edifici utilizzati dal gruppo terroristico a Kafr Kila e Maroun al-Ras, insieme ad ulteriori infrastrutture a Bint Jbeil e Aitaroun

19:00 Erdogan: “Vogliamo costringere Netanyahu a una tregua”

“L’obiettivo qui è uno solo, costringere l’amministrazione Netanyahu, che è andata fuori controllo con il sostegno diplomatico occidentale, a un cessate il fuoco”. Queste le parole riportate dall’agenzia Anadolu del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha commentato la decisione di Ankara di interrompere le relazioni commerciali con Tel Aviv per via del conflitto a Gaza. “Non perseguiamo ostilità e conflitti con nessun Paese della nostra regione. Non vogliamo vedere conflitti, sangue e lacrime nella nostra area”, ha aggiunto il leader turco.

18:00 Guterres: “Scioccato da uccisione di giornalisti a Gaza”

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto “scioccato e inorridito dall’uccisione di un gran numero di giornalisti nelle operazioni militari israeliane a Gaza”. Lo riporta Al Jazeera, citando le parole di Guterres in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa. Il segretario generale dell’Onu ha quindi sottolineato la necessità di proteggere i reporter e gli operatori dei media per l’importante ruolo svolto per informare l’opinione pubblica

17:20 Media, Israele punta a ridurre legami economici Turchia-Anp

Alti funzionari del ministero israeliano degli Esteri avrebbero discusso di come rispondere alla decisione del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, di rompere i rapporti commerciali con Israele. Lo riporta Ynet. Durante l’incontro si sarebbe parlato di diverse opzioni, compresa la possibilità di ridurre le relazioni economiche tra la Turchia, l’Autorità nazionale palestinese (Anp) e Gaza. Israele punterebbe anche a chiedere agli organismi economici internazionali di considerare la possibilità di imporre sanzioni contro Ankara per la violazione di accordi commerciali. 

16:45 Wsj, Israele ad Hamas: “Accordo in una settimana o entriamo a Rafah”

Israele avrebbe concesso ad Hamas una settimana di tempo per raggiungere un accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza o inizierà l’operazione militare di terra a Rafah, nel sud dell’enclave palestinese. Lo scrive il Wall Street Journal citando funzionari egiziani.

16:30 Mar Rosso, gli Houthi: “Prenderemo di mira tutte le navi dirette in Israele”

Prenderemo di mira tutte le navi dirette nei porti israeliani nel Mar Mediterraneo in qualsiasi area che saremo in grado di raggiungere”. Lo ha affermato il portavoce dei ribelli yemeniti Houthi Yahya Sarea durante un discorso televisivo. Lo riporta Al Jazeera. “Alle navi dirette nei porti israeliani verrà impedito di attraversare l’area delle operazioni degli Houthi, indipendentemente dalla loro nazionalità e destinazione”, ha aggiunto Sarea, secondo cui gli Houthi sono pronti a “una più ampia escalation sino alla fine della guerra e alla revoca dell’assedio nella Striscia di Gaza”. Il portavoce ha avvertito, infine, che in caso di operazione di terra a Rafah gli Houthi imporranno “sanzioni su tutte le navi associate ai porti israeliani”.

15:45 Netanyahu: “Determinati a riportare a casa tutti gli ostaggi”

“Siamo determinati a restituire tutti gli ostaggi. Non dimenticheremo nessuno”. Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, durante un incontro con i sopravvissuti dell’Olocausto. Lo riporta Ynet. “Stiamo facendo grandi sforzi – ha aggiunto – ne abbiamo già riportata a casa la metà”.

15:30  Idf: “10 razzi dal Libano contro il nord di Israele”

Almeno 10 razzi sono stati lanciati dal Libano contro il nord di Israele. Lo riportano le forze israeliane di difesa (Idf), citate da The Times of Israel. I missili sono caduti in aeree aperte nella zone del Monte Meron, spesso prese di mira dai miliziani di Hezbollah. L’attacco non avrebbe provocato danni né feriti. Prima del lancio le sirene d’allarme avevano suonato nella vicina comunità di Zivon.

15:00 Media, salito a 7 morti bilancio raid Israele su Rafah

E’ salito a sette morti il bilancio del raid aereo condotto la scorsa notte dalle forze israeliane su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, nel quale è stata colpita una casa. Lo riporta un corrispondente di Al Jazeera. Tra le persone rimaste uccise ci sarebbero anche quattro bambini. L’emittente sottolinea che nelle ultime ore gli attacchi israeliani si sono intensificati anche in alcune zone del nord e del centro di Gaza.

14:30 Erdogan: “Stop a commercio con Israele? Dovevamo farlo”

Il presidente turco Erdogan ha commentato lo stop agli scambi commerciali con Israele annunciata ufficialmente ieri da Ankara. “Non c’è nulla di accettabile negli sviluppi tra Israele e Palestina”, ha detto il presidente turco durante una conferenza stampa a Istanbul. Lo riporta la tv di Stato turca Trt. “Finora Israele ha brutalmente ucciso 40-45mila palestinesi. Come musulmani, è impensabile per noi restare a guardare mentre ciò accade. Quali sono i passi che dobbiamo compiere? Li abbiamo presi”, ha detto Erdogan. “Tutto l’Occidente lavora per Israele. Loro, soprattutto l’America, lavorano sempre per Israele mobilitando tutte queste risorse. Sfortunatamente la povera gente della Palestina è stata condannata a morte di fronte alle bombe israeliane. Non potevamo più essere pazienti di fronte a tutto ciò e abbiamo fatto i nostri passi. Tra noi c’è stato un volume di scambi di 9,5 miliardi di dollari. Abbiamo chiuso questa porta supponendo che questo volume commerciale non esistesse”, ha concluso il leader turco.

14:00 Da Londra nuove sanzioni contro coloni violenti

Il Regno Unito ha annunciato nuove sanzioni contro i coloni estremisti considerati responsabili di violenze contro i palestinesi in Cisgiordania. Lo riporta The Times of Israel citando il ministro britannico degli Esteri, David Cameron. “I coloni estremisti stanno minando la sicurezza e la stabilità e minacciando le prospettive di pace”, afferma Cameron, “quest’ultimo pacchetto di sanzioni prende di mira due gruppi che guidano questi attacchi e quattro individui che sono direttamente responsabili della grave violenza contro i civili palestinesi”.

13:25 Sondaggio, per 54% israeliani ritorno ostaggi è la priorità

Secondo un sondaggio riportato dal Times of Israel per il 54% degli israeliani garantire un accordo che consenta il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas nella Striscia di Gaza è più importante rispetto al lancio dell’operazione militare a Rafah, considerata prioritaria dal 38% degli intervistati. Analizzando i risultati, il sondaggio mostra che il 79% degli elettori di destra sostiene l’operazione di Rafah, mentre l’81% degli intervistati che votano per i partiti di centrosinistra sostengono un accordo sugli ostaggi. 

12:30 Manifestanti a Gantz: “Senza accordo su ostaggi lasci governo”

Decine di manifestanti antigovernativi si sono radunati per la seconda volta in due settimane davanti alla casa del presidente del partito Unità Nazionale, Benny Gantz. Lo riporta il Times of Israel. I manifestanti chiedono al ministro del Gabinetto di Guerra di lasciare il governo in assenza di un accordo per liberare gli oltre 100 ostaggi israeliani detenuti da Hamas a Gaza dal 7 ottobre. Secondo una dichiarazione del Movimento israeliano per la democrazia, riportata dalla testata israeliana, i manifestanti accusano il governo di “una serie di fallimenti, a cominciare dal rapimento di civili e soldati dell’IDF”. Il governo di Netanyahu viene inoltre accusato di trascurare gli sfollati israeliani nel nord e nel sud del Paese e di non avere ancora “una strategia decisiva contro Hamas, nonostante il pesante costo in vite umane e i danni al fronte interno israeliano”. 

12:00 Polizia evacua nuovamente Sciences-Po a Parigi

La polizia francese sta intervenendo per evacuare gli edifici principali della facoltà di Sciences-Po a Parigi dopo che questa mattina si era verificata una nuova occupazione da parte di alcune decine di studenti mobilitati in sostegno alla causa palestinese. Lo riporta BfmTv spiegando che alcuni studenti hanno già lasciato l’istituto. 

10:45 Hamas chiede più tempo per negoziati 

Hamas avrebbe chiesto ai mediatori di Qatar ed Egitto “più tempo” prima di inviare la sua risposta in merito alla proposta di cessate il fuoco. Lo riporta il quotidiano libanese Al-Akhbar citando fonti egiziane informate sui fatti. I mediatori – secondo quanto viene spiegato – avrebbero ricevuto “segnali chiari” sul fatto che la posizione di Hamas in merito alla proposta era “negativa” pertanto nelle ultime 48 ore i contatti egiziano-israelo-americani si sarebbero intensificati, per evitare il fallimento dei negoziati.

10:38 Israele ha promesso a Egitto rinvio operazione Rafah

L’Egitto avrebbe ottenuto da Israele “la promessa di rinviare l’inizio di qualsiasi operazione militare a Rafah, a sud della Striscia di Gaza, almeno fino alla fine della prossima settimana”. Lo riporta il quotidiano libanese Al-Akhbar citando fonti egiziane informate sui fatti. Un rinvio che – viene spiegato – lascerebbe uno spiraglio aperto nei negoziati con Hamas per arrivare a una tregua e allo scambio fra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi.

10:30 Sei morti in raid israeliano su Rafah, quattro bambini 

Un edificio residenziale sarebbe stato colpito e distrutto in un raid israeliano nella notte a Rafah nel Sud della Striscia di Gaza. Lo riporta Al Jazeera citando un suo corrispondente sul posto. Il bilancio sarebbe di almeno sei palestinesi uccisi, tra cui quattro bambini. Anche altre aree di Gaza sarebbero finite sotto attacco compreso il campo profughi di Bureij, dove nove palestinesi sono rimasti feriti. 

10:25 Israele rischia esclusione da accordo sicurezza Usa-Riad

Stati Uniti e Araba Saudita avrebbero concluso “al 90%” il trattato di mutua difesa che hanno redatto. Resta però ancora in bilico la parte, considerata fondamentale per ottenere il sostegno del Congresso, che prevede la normalizzazione dei rapporti fra Riad e Israele. Lo scrive il New York Times. Questo – viene spiegato potrà accadere solo se lo Stato ebraico accetterà le condizioni dei sauditi ovvero lasciare Gaza, congelare la costruzione di insediamenti in Cisgiordania e intraprendere un “percorso” della durata da tre a cinque anni per stabilire uno Stato palestinese nei territori occupati. Allo stesso tempo però Washington e Riad starebbero valutando la possibilità di concludere l’accordo e di portarlo al Congresso con la condizione dichiarata che l’Arabia Saudita normalizzerà le relazioni con Israele nel momento in cui lo Stato ebraico avrà un governo pronto a soddisfare i termini posti dai sauditi e dagli americani.

10:10 Coloni attaccano soldati Idf in Cisgiordania, due feriti 

Un gruppo composto da una ventina di coloni avrebbe attaccato un gruppo di soldati dell’Idf, le forze di Difesa israeliane, nei pressi del villaggio di Givat Assaf in Cisgiordania. Lo riporta Kan Tv. Due soldati sarebbero rimasti leggermente feriti.

08:50 Iran rilascia equipaggio nave sequestrata ma non cargo

L’Iran ha rilasciato l’equipaggio della nave battente bandiera portoghese legata a Israele sequestrata lo scorso 13 aprile ma mantiene il controllo del cargo. Lo ha annunciato con un post su X il ministro degli Esteri di Teheran, Hossein Amirabdollahian parlando di “atto umanitario”. La MSC Aries e le 25 persone del suo equipaggio erano state bloccate nello stretto di Hormuz. La nave è gestita da Gortal Shipping, un’affiliata di Zodiac Maritime, di proprietà dell’uomo d’affari israeliano Eyal Ofer. 

08:05 Kibbutz Be’eri annuncia morte ostaggio Dror Or il 7 ottobre

A quasi sette mesi di distanza dal 7 ottobre il kibbutz Be’eri ha annunciato che il suo residente Dror Or, fino a oggi designato come ostaggio, è stato assassinato durante l’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre e il suo corpo è trattenuto a Gaza. Anche la moglie è stata uccisa mentre i figli Noam, 17 anni, e Alma Or, 13 anni, sono stati rilasciati lo scorso 25 novembre come parte dell’accordo temporaneo di cessate il fuoco in vigore all’epoca fra Hamas e Israele. 

08:05 Austin: “No indicazioni che Hamas voglia attaccare truppe Usa” 

Il segretario americano alla Difesa Lloyd Austin ha detto di non avere indicazioni in merito al fatto che Hamas stia pianificando un attacco contro le truppe americane, ma aggiunge che si stanno mettendo in atto misure adeguate per la sicurezza del personale militare. “Non discuto le informazioni dell’intelligence sul posto. Ma al momento non vedo alcuna indicazione che ci sia un’intenzione attiva in tal senso”, ha detto Austin. Lo riporta il Times of Israel. 

08:00 Gantz continua ad aumentare consensi su Netanyahu 

Benny Gantz sta rafforzando il suo vantaggio sul primo ministro Benjamin Netanyahu. Sono i risultati dell’ultimo sondaggio condotto in Israele e riportato dal Times of Israel. Se le elezioni si tenessero oggi, il partito ‘Unità Nazionale’ di Gantz otterrebbe 31 seggi, due in più rispetto al sondaggio della scorsa settimana e significativamente di più rispetto agli attuali 12 seggi. Cala invece il Likud che otterrebbe 19 seggi rispetto ai 32 che detiene attualmente alla Knesset.

07:00 Chiude per occupazione sede Parigi università Sciences Po

 L’università francese Sciences Po ha annunciato che chiuderà domani, venerdì, la sua sede principale di Parigi a causa di una nuova occupazione degli edifici da parte degli studenti filo-palestinesi. Il prestigioso istituto è considerato la migliore scuola di scienze politiche della Francia. “Vi chiediamo di continuare a lavorare da casa”, ha comunicato la direzione ai dipendenti. Un comitato di studenti filo-palestinesi ha annunciato un sit-in pacifico a Sciences Po, aggiungendo che sei studenti hanno iniziato uno sciopero della fame “in solidarietà con le vittime palestinesi” a Gaza. 

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