Era malato terminale di cancro. Con le sue rivelazioni, nel 1971 svelò i dubbi che da anni il governo Usa aveva sulla guerra
Daniel Ellsberg, l’ex analista del governo che nel 1971 fece trapelare alla stampa i cosiddetti ‘Pentagon Papers’ sulla guerra in Vietnam, è morto all’età di 92 anni. Ellsberg, che a febbraio aveva annunciato di essere malato terminale di cancro al pancreas, è morto stamattina, secondo quanto riferito da una portavoce della famiglia. Con le sue rivelazioni, Ellsberg svelò i dubbi che da anni il governo Usa aveva sulla guerra, così come gli inganni attuati nei confronti dell’opinione pubblica dell’epoca. Fino all’inizio degli anni ’70, quando rivelò di essere la fonte dei resoconti dei media Usa sullo sconvolgente studio di 7mila pagine realizzato dal Pentagono sul ruolo degli Stati Uniti in Indocina, Ellsberg era stato un membro influente dell’élite militare-governativa. Laureato ad Harvard, si autodefiniva un “un freddo guerriero”. Con una carriera di consulente privato e governativo sul Vietnam per tutti gli anni ’60, rischiò la vita sul campo di battaglia e poi ottenne le più alte autorizzazioni di sicurezza, lavorando sia per le amministrazioni repubblicane che per quelle democratiche. Come egli stesso riferì in seguito, era particolarmente apprezzato per il suo “talento per la discrezione”. Ma come milioni di altri americani, dentro e fuori il governo, si era ribellato alla lunga guerra del Vietnam e alle affermazioni del governo secondo cui il conflitto poteva essere vinto e che una vittoria del Nord sul Sud Vietnam, appoggiato dagli Stati Uniti, avrebbe portato alla diffusione del comunismo in tutta la regione. A differenza di tanti altri oppositori della guerra, Ellsberg era nella posizione di poter fare la differenza.
I documenti riservati
“Un’intera generazione di addetti ai lavori dell’era del Vietnam era diventata disillusa quanto me da una guerra che consideravano senza speranza e interminabile“, scrisse nel suo libro di memorie del 2002, ‘Secrets: A Memoir of Vietnam and the Pentagon Papers’. “Nel 1968, se non prima, volevano tutti, come me, vederci fuori da questa guerra”. I ‘Pentagon Papers’ erano stati commissionati nel 1967 dall’allora segretario alla Difesa Robert McNamara, uno dei principali sostenitori della guerra, che attraverso lo studio commissionato al Pentagono voleva aiutare i suoi successori ad evitare gli errori che solo successivamente avrebbe egli stesso ammesso. I ‘Papers’ coprivano un arco di oltre 20 anni, dai falliti tentativi di colonizzazione della Francia negli anni ’40 e ’50 al crescente coinvolgimento degli Stati Uniti, compresi i bombardamenti e il dispiegamento di centinaia di migliaia di truppe di terra durante l’amministrazione di Lyndon Johnson. Ellsberg fu tra coloro a cui fu chiesto di lavorare allo studio, concentrandosi sul 1961, quando il neoeletto presidente John F. Kennedy iniziò ad inviare nel Sud Vietnam consiglieri militari e unità di supporto. Pubblicati per la prima volta sul New York Times nel giugno 1971, con il Washington Post, l’Associated Press e più di una dozzina di altri media in seguito, i ‘Papers’ rivelarono che gli Stati Uniti avevano sfidato un accordo del 1954 che escludeva una presenza militare straniera in Vietnam. Nei documenti riservati si metteva in dubbio l’affidabilità del governo sudvietnamita e si rivelava che gli Usa avevano segretamente esteso la guerra ai Paesi vicini e complottato per inviare in guerra soldati americani, anche se Johnson aveva giurato che non l’avrebbe mai fatto.
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