Oggi le esequie a Roma nella chiesa di Santa Maria degli Angeli

Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci non sono morti in un’esecuzione. È quanto emerge dalle autopsie effettuate sui corpi dell’ambasciatore e del carabiniere uccisi in Congo il 22 febbraio, durante un tentativo di sequestro.

Secondo i medici legali del Policlinico Gemelli di Roma che hanno effettuato gli esami, sottoponendo a numerose tac le salme, ognuna delle due vittime è stata colpita da due proiettili che hanno trapassato i corpi da sinistra a destra. Attanasio è stato ferito all’addome, Iacovacci a un fianco e al collo, e proprio quest’ultimo colpo ha dato un dettaglio importante a chi indaga, perché è l’unico per il quale sia stato recuperato un proiettile, di ak-47. Il carabiniere ha inoltre riportato una frattura multipla all’avambraccio sinistro che fa ipotizzare che il proiettile arrivato al collo abbia prima colpito l’arto.

Esclusa l’ipotesi dell’esecuzione, resta quella secondo la quale le due vittime sarebbero state ferite nello scontro a fuoco successivo al sequestro, quando i rapitori sono stati intercettati da alcuni ranger nella foresta in cui si stavano dando alla fuga con gli ostaggi.

Saranno gli esami balistici a chiarire se le due vittime siano state colpite da vicino, e quindi presumibilmente dai sequestratori, o da una distanza maggiore, il che potrebbe far ipotizzare si sia trattato di ‘fuoco amico’, ma non è neanche escluso che i due siano stati colpiti mentre, nel mezzo della sparatoria, tentavano la fuga.

In Congo, a Goma, proseguono le indagini, alle quali partecipano i carabinieri del Ros coordinati dalla procura di Roma, mentre giovedì mattina, nella Capitale, si terranno le esequie si Stato, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Dopo la cerimonia, le due salme saranno trasferite nei Comuni di residenza, Limbiate (Monza-Brianza) per Attanasio e Sonnino (Latina) per Iacovacci.

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