Tensione altissima nel Paese, internet fuori uso per ostacolare coordinamento delle proteste 

 Due giorni dopo le presidenziali in Bielorussia, la candidata dell'opposizione che ha rifiutato di ammettere la sconfitta annuncia di essere in Lituania e chiede ai sostenitori di smettere di protestare. Dopo due notti in cui a migliaia sono stati arrestati e hanno affrontato i manganelli delle forze del presidente autoritario Aleksander Lukashenko, dichiarato per la sesta volta vincitore, la 37enne Sviatlana Tsikhanouskaya è comparsa online in video in cui si scusa e dice di aver scelto liberamente di andarsene, per il bene dei figli. Ma il suo staff nega, dopo la stessa ex insegnante – candidatasi al posto del marito dopo la sua incarcerazione – appena un giorno prima aveva dichiarato di non aver intenzione di lasciare il Paese.

 "E' stata una scelta difficile", "molti di voi mi capiranno, altri mi condanneranno e qualcuno mi odierà", ha detto in un video. In un secondo filmato, ha chiesto ai sostenitori di rispettare la legge ed evitare scontri con la polizia. Ha anche aggiunto: "I bielorussi hanno scelto". Ma i suoi sostenitori, conquistati con una campagna elettorale in cui ha unificato l'opposizione e trascinato in piazza folle mai viste dalla caduta dell'Urss, sono infuriati e contestano il voto. La commissione elettorale ha dichiarato Lukashenko vincitore con l'80%, lei sconfitta con il 10%. Il processo elettorale, assieme alla repressione delle violenze, ha attirato critiche internazionali. L'Ue ha minacciato sanzioni: "Le elezioni non sono state né libere né eque. Le autorità statali hanno dispiegato violenze sproporzionate e inaccettabili", ha tuonato l'alto rappresentante per la Politica estera dell'Unione europea, Josep Borrell, sarà possibile "l'adozione di misure contro i responsabili di violenze, arresti ingiustificati e falsificazione dei risultati delle elezioni".

 Intanto, la collaboratrice della candidata, Maria Kolesnikova, ha definito forzata la partenza. "E' molto difficile resistere alla pressione, quando la tua famiglia e la tua cerchia sono in ostaggio", ha detto, in riferimento al marito in carcere da maggio e all'arresto di una decina di collaboratori. Olga Kovalkova, altra collaboratrice, ha dichiarato che, dopo ore rinchiusa in un commissariato, Tsikhanouskaya è stata scortata fuori dal Paese: "Non sappiamo a quale tipo di pressione sia stata sottoposta e come abbiano tentato di spezzarla", "ha letto un testo preparato". Kovalkova ha anche aggiunto che con l'aspirante presidente è andata in Lituania anche la capa della sua campagna elettorale, Maria Moroz, arrestata nel fine settimana.

 Lukashenko, dal 1994 alla guida del Paese ex sovietico con pugno di ferro, ha deriso l'opposizione come "pecoroni" manipolati dall'estero. Ha anche promesso che resterà al potere, e tolleranza zero verso chi protesta. Dopo che almeno un dimostrante è morto e decine sono stati feriti da lacrimogeni, proiettili di gomma e manganelli degli agenti di sicurezza, il governo ha parlato di 200 persone finite in ospedale e di 5mila arresti tra domenica e lunedì. Anche vari giornalisti sono finiti in ospedale, alcuni sono stati arrestati. La tensione resta altissima, internet è fuori uso in gran parte del Paese per ostacolare le proteste, ma i bielorussi tornano in piazza: "La partenza di Tikhanouskaya non cambia niente, le proteste continueranno".
 

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