L'intrigo internazionale che il Presidente avrebbe ordito per danneggiare il stuo rivale Biden
-Lo spettro dell'impeachment aleggia nuovamente sulla Casa Bianca di Donald Trump. Più concreto che mai. Il tycoon ha ammesso di aver parlato con il neo-leader ucraino Volodimir Zelenskij dell'ex vice presidente e candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden in una telefonata dello scorso 25 luglio e ieri ne ha permesso la pubblicazione della trascrizione. L'ultimo capitolo, o forse il penultimo, dell'UkrainaGate, scaturito dalle rivelazione dell'intelligence e di alcuni media secondo cui Trump avrebbe fatto pressioni su Kiev per avviare un'indagine sul suo rivale politico e sul figlio, Hunter Biden, ex membro del consiglio di amministrazione di una società ucraina del gas dal 2014. Dopo giorni di tentennamenti, il presidente ha confermato di aver discusso di Biden durante la telefonata con Zelensky, ma ha negato di aver fatto pressioni perchè indagasse sul figlio. Hunter Biden, secondo figlio dell'ex senatore, ha lavorato per un gruppo ucraino di gas dal 2014, quando il padre era vicepresidente di Barack Obama.
IL Washington Post ha poi rivelato che il Presidente americano avrebbe personalmente cordinato al suo capo di stato maggiore, Mick Mulvaney, di trattenere quasi 400 milioni di dollari in aiuti militari per l'Ucraina almeno una settimana prima della telefonata all'omologo Zelensky.
Sul nuovo scandalo si è scatenata l'opposizione Dem. "È tempo per noi di denunciare il comportamento illegale di Donald Trump e avviare una procedura di impeachment, ora", ha annunciato la candidata alla Casa Bianca Elizabeth Warren a cui ha fatto eco la deputata Dem più giovane della Camera, Alexandria Ocasio- Cortez: "A questo punto, il più grande scandalo nazionale non è il comportamento del presidente che viola la legge ma è il rifiuto del Partito Democratico di rimuoverlo".
Trump ha respinto la minaccia di impeachment, bollandola come la solita "caccia alle streghe democratica". "Abbiamo avuto una telefonata perfetta" con il presidente ucraino, ha spiegato ai giornalisti all'arrivo alle Nazioni Unite a New York a cui ha risposto alla domanda se prendesse sul serio la minaccia di alcuni democratici: "Niente affatto".
Venerdì scorso lo stesso Biden aveva chiesto a Trump di pubblicare la trascrizione della telefonata, assicurando che dal canto suo "non ha mai parlato con il figlio delle sue attività professionali all'estero".
Di fatto, nel 2016 Joe Biden fece pressioni, insieme all'Autorità anticorruzione di Kiev e a diversi diplomatici europei, per il licenziamento del procuratore ucraino Viktor Shokin, accusato di non aver fatto nulla per combattere la corruzione endemica nella magistratura del Paese. Ora l'avvocato personale di Trump e consigliere per la sicurezza informatica della Casa Bianca, Rudy Giuliani, ha accusato Biden di aver agito così per evitare che Shokin indagasse sulla società ucraina Burisma Holdings, nel cui consiglio d'amministrazione sedeva il figlio Hunter, senza però presentare prove a sostegno di queste accuse. Trump di fatto avrebbe chiesto all'ucraina di indagare su questo.
Tutti gli occhi saranno puntati su Washington giovedì, quando il funzionario dell'amministrazione che ha bloccato il rilascio al Congresso del documento degli informatori, in qualità di direttore dell'intelligence nazionale, Joseph Maguire, deve testimoniare pubblicamente sulla questione davanti alla Camera.
L'avvio di una procedura di impeachment potrebbe essere una mossa politicamente rischiosa in vista delle elezioni presidenziali: dei 235 Democratici alla Camera, 166 di loro sostengono l'avvio di un'indagine di impeachment, secondo un ultimo conteggio che avrebbe spinto la Pelosi, fino a ieri contraria all'avvio di una messa in stato di accusa di Trump.
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