dal nostro inviato Fabio De Ponte

Garmisch-Partenkirchen (Germania), 8 giu. (LaPresse) – Si apre stamane al castello di Schloss Elmau la seconda giornata di lavori del G7. A dominare ieri sono stati i temi della crescita e della questione ucraina. Oggi l’attenzione sarà concentrata sul cambiamento climatico e sul terrorismo.

A richiamare l’attenzione su questo tema, alla vigilia del vertice, è stata la padrona di casa, la cancelliera tedesca Angela Merkel, che in un video ha lanciato un appello: “Penso sia importante che noi, come G7, diamo conferma di questo fondo da 100 miliardi”. Il riferimento è all’accordo raggiunto alla conferenza sul clima del 2009 a Copenaghen, col quale era stata concordata la creazione entro il 2020 di un fondo da 100 miliardi l’anno, destinato ad aiutare i Paesi poveri ad affrontare gli effetti del cambiamento climatico. Al momento però i Governi non hanno messo a bilancio le risorse necessarie.

Il tempo stringe anche perché siamo ormai a ridosso della prossima Conferenza sul clima di Parigi, in programma dal 30 novembre all’11 dicembre prossimi, che di quelle risorse dovrebbe definire l’impiego. Un nuovo summit, ha detto Merkel, che sarà credibile solo se i Paesi concorderanno sul limite di 2 gradi già stabilito a Copenhagen nel 2009. “Altrimenti – ha spiegato – non penso che ci sarà un accordo a Parigi, e tutti i partecipanti lo sanno. Ecco perché spero che noi, come Paesi del G7, possiamo dire chiaramente: ci schieriamo per questo obiettivo”.

Proprio sul tema del cambiamento climatico, le associazioni ambientaliste hanno lanciato un appello al G7 per chiedere “una più decisa azione dei governi nel contrasto dei cambiamenti climatici in corso” a partire dall’abbandono del carbone. “In vista della vertice Onu di Parigi e di un nuovo accordo globale sul clima – spiega Marco Lambertini, direttore generale del Wwf – sono necessarie azioni immediate da parte dei Paesi del G7 per realizzare riduzioni sostanziali delle emissioni oggi, dato che il nuovo accordo dovrebbe entrare in vigore tra cinque anni. Oltre al lancio di un’iniziativa sulle energie rinnovabili in Africa, i governi del G7 dovrebbero produrre un piano concreto con un impegno di 100 miliardi di dollari l’anno in finanziamenti per il clima entro il 2020, dando particolare attenzione alla tutela delle popolazioni più vulnerabili. I Paesi del G7 sono i più grandi emettitori storici di gas serra e il Wwf chiede che sostengano la rapida transizione verso le energie rinnovabili in tutti i Paesi, garantendo al contempo un obiettivo di lungo termine che porti all’eliminazione dei combustibili fossili entro il 2050″.

Un passaggio dei lavori il G7 lo dedicherà anche alle questioni dello sviluppo e della lotta alla povertà. Ma sul tavolo ci sarà anche la questione del terrorismo: nella giornata di oggi, ha annunciato il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk, “parleremo di controterrorismo con i leader di Etiopia, Iraq, Liberia, Nigeria, Senegal e Tunisia. Vogliamo ascoltare – ha puntualizzato – non tenere lezioni. I foreign fighters pongono una seria minaccia alla sicurezza internazionale e vogliamo scambiare esperienze con i leader dei Paesi più colpiti dal problema“.

Questo dovrebbe offrire qualche spazio al premier italiano Matteo Renzi per riprendere – mettendo tra parentesi le polemiche di politica interna con le Regioni del nord – il discorso della distribuzione dei migranti in Europa con i colleghi francese, britannico e tedesca, Francois Hollande, David Cameron e Angela Merkel. E anche col presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker: “Le proposte che ha fatto l’Unione europea – ha sottolineato ieri – sono ancora largamente insufficienti. Non è possibile pensare che ci siano 24mila persone da allocare tra siriani ed eritrei. E’ un primo passo rispetto al passato ma ancora non ci siamo”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata