Nuova Delhi (India), 21 apr. (LaPresse/Reuters) – Ogni giorno in India duemila bambine vengono “uccise”, a causa della tradizionale preferenza data ai figli maschi. Lo ha dichiarato la ministra indiana per lo Sviluppo delle donne e dei bambini, Maneka Gandhi, precisando che la maggior parte delle bimbe viene abortita o uccisa subito dopo la nascita. Nonostante le leggi che vietano ai genitori di eseguire analisi per verificare il sesso del figlio che sta per nascere, gli aborti selettivi sono molto diffusi in alcune parti dell’India e hanno portato a un calo significativo delle nascite di femmine negli ultimi anni.

Uno studio pubblicato a maggio del 2011 nella rivista di medicina Lancet stabilì che 12 milioni di bambine indiane erano state abortite negli ultimi tre decenni. La cultura tradizionale dell’India considera i figli maschi una risorsa importante, mentre le femmine sono considerate un peso per la famiglia. Secondo Gandhi, la campagna lanciata dal governo, battezzata ‘Salva la figlia, educa la figlia’, ha già mostrato dei risultati da quando è stata lanciata a gennaio.

L’iniziativa, che interessa 100 distretti in cui la percentuale di ragazze è particolarmente bassa, mira a rafforzare l’applicazione delle leggi contro le pratiche di selezione del sesso del bambino prima della nascita e a migliorare l’accesso delle bambine all’istruzione. La campagna ha portato a un aumento delle bambine abbandonate negli orfanotrofi, ha notato la ministra, sottolineando che si tratta di una risposta positiva, visto che almeno non vengono uccise.

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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