Roma, 25 lug. (LaPresse) – “Uno spiraglio di luce in fondo al tunnel, nell’immensa tragedia umanitaria che ha travolto la Striscia di Gaza: la possibilità concreta di giungere a un cessate il fuoco, seppur temporaneo, tra Israele e Hamas”. Lo scrive Oxfam in una nota. I dati sull’escalation che arrivano dai 34 operatori di Oxfam a Gaza sono sempre più allarmanti: sono infatti oltre 170 mila gli sfollati, molti dei quali sono costretti a sopravvivere con soli 3 litri di acqua al giorno. E se 140 mila di loro hanno trovato un rifugio temporaneo nelle oltre 80 scuole della Striscia disposte per l’accoglienza, per molte famiglie non c’è più un posto sicuro dove ripararsi dagli attacchi perché dopo gli episodi degli ultimi giorni si contano 116 scuole danneggiate dai bombardamenti.

Nel frattempo la conta delle vittime è salita ad oltre 823 morti palestinesi ed oltre 5.240 feriti e a 32 morti israeliani, 3 dei quali civili. A questo quadro si aggiungono le condizioni nelle scuole, che intanto stanno diventando sempre più disperate, con acqua potabile, cibo e possibilità di riparo che scarseggiano pericolosamente. Oxfam sta trasportando rifornimenti vitali di acqua per 19.000 rifugiati presso le scuole, una chiesa e una moschea; sta anche rifornendo l’ospedale Al Shifa, che negli ultimi giorni ha avuto un massiccio afflusso di vittime, compresi molte donne e bambini. Gli stessi ospedali e strutture sanitarie sono stati colpiti dagli attacchi e risultano gravemente danneggiati. Oxfam è attualmente presente a Gaza con 34 operatori locali. Ha già distribuito oltre 1300 buoni alimentari e oltre 18.500 metri cubi di acqua potabile in strutture UNRWA, rifugi e altre scuole private, raggiungendo migliaia di sfollati. Portando aiuto in totale a 386 mila persone.

“La richiesta di cure, acqua, cibo e spazi di accoglienza attrezzati cresce giorno per giorno. Il terribile prezzo pagato dai civili è scioccante”, afferma il responsabile delle emergenze umanitarie di Oxfam Italia, Riccardo Sansone. “Gli ospedali e le scorte d’acqua stanno sopportando troppe richieste, e il bisogno cresce giorno per giorno. Una pace duratura e sicura per entrambe le parti può essere rappresentata solo dalla fine di questo blocco e della punizione collettiva inflitta agli abitanti di Gaza”.

Mohammed Al Azazma, madre di otto figli che ha perso la propria casa, ha raccontato ad Oxfam: “Tutti scappano via spaventati trasportando i loro bambini, mentre le bombe cadono intorno. Ho dovuto sorpassare corpi morti che stavano per le strade. Le scuole erano piene, così siamo andati a finire in una chiesa. I miei bambini sono spaventati e stiamo cercando di convincerci che siamo al sicuro, ma non c’è alcun posto sicuro a Gaza adesso. L’unica cosa di cui abbiamo bisogno è di essere protetti nelle nostre case”.

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