Quito (Ecuador), 2 ago. (LaPresse/AP) – Le autorità svedesi non hanno accettato l’offerta dell’Ecuador di interrogare Julian Assange nell’ambasciata del Paese sudamericano a Londra, di persona o in videoconferenza. Lo riferisce il ministro degli Esteri dell’Ecuador Ricardo Patino. Assange si è rifugiato nell’ambasciata il 19 giugno per evitare l’estradizione in Svezia dove è accusato di molestie sessuali su due donne. Il fondatore di WikiLeaks ha sempre sostenuto che questa vicenda non sia altro che un pretesto per estradarlo negli Usa dove è convinto che verrebbe perseguitato per aver pubblicato documenti segreti. L’Ecuador aveva già fatto sapere che non annuncerà una decisione sulla richiesta di asilo di Assange fino al termine dei Giochi olimpici.

Ieri, intanto, la madre del giornalista australiano ha incontrato il presidente dell’Ecuador Rafael Correa. “E’ stata molto rispettosa nei confronti dello stato dell’Ecuador, perché sa che tocca al presidente l’ultima parola”, ha commentato Patino, presente all’incontro a Quito. “Ciò che ha fatto – ha spiegato – è stato semplicemente esprimere le sue preoccupazioni, i suoi dubbi su ciò che potrebbe accadere a Julian Assange se fosse estradato dal governo britannico in Svezia”.

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