Pechino (Cina), 28 mag. (LaPresse/AP) – Il padre di uno degli studenti morti nella repressione di piazza Tienammen del 3-4 giugno del 1989 si è impiccato a Pechino dopo due anni di tentativi falliti di ottenere spiegazioni dal governo cinese su quanto avvenuto oltre 20 anni fa. Lo riferisce il gruppo ‘Madri di Tienammen’. L’uomo, Ya Weilin di 73 anni, è stato trovato senza vita nel garage sotterraneo inutilizzato del complesso residenziale nel quale viveva. Secondo i familiari della vittima, Ya ha lasciato un bigliettino nel quale spiega i dettagli della morte del figlio e dichiara che sarebbe morto in segno di protesta perché la questione non era stata affrontata per oltre 20 anni.

L’uccisione arriva a circa una settimana dall’anniversario della strage di piazza Tienammen, in cui l’esercito intervenne per porre fine alla protesta degli studenti che durava da settimane e uccise migliaia di attivisti, studenti e semplici cittadini. Le stime delle vittime del massacro oscillano a seconda delle fonti. Il governo cinese non ha mai rivelato in modo completo cosa sia avvenuto quando l’esercito intervenne. Pechino, inoltre, non ha mai fornito un resoconto credibile né ha mai autorizzato un’inchiesta indipendente sugli eventi.

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