Beirut (Libano), 7 lug. (LaPresse/AP) – Rami Abdul-Rahman, attivista dell’Osservatorio siriano sui diritti umani, ha detto che centinaia di persone stanno fuggendo dalla città di Hama, temendo una repressione violenta da parte delle forze del governo. La scorsa settimana centinaia di migliaia di residenti della città avevano inscenato la più grande delle proteste registrate nei quattro mesi di rivolte. Ora temono che le forze siriane stiano preparando un’offensiva di larga scala nella città, per fermare le rivolte contro il governo del presidente Bashar Assad. Durante le repressioni degli ultimi giorni sono state uccise almeno 20 persone ad Hama, città simbolo della resistenza siriana. Nel 1982 si era già svolta una protesta contro il governo e il padre di Assad, allora presidente, ordinò una repressione in cui morirono migliaia di persone.

Alcuni stanno fuggendo a Salamiyeh, situata a circa 30 chilometri da Hama. “La gente ha paura delle operazioni militari nella zona”, ha spiegato Abdul-Rahman, aggiungendo che da due giorni le forze di sicurezza continuano ad arrestare abitanti della città. Residenti hanno chiuso i negozi e bloccato le strade per prevenire che le truppe dell’esercito avanzino verso il centro. Un attivista di Hama ha raccontato che giovani stanno sorvegliando le strade dai tetti delle case, gridando “Dio è grande” per avvertire dei movimenti di presunti agenti delle forze di sicurezza. “Sono come Tarzan, gridano come lui”, ha detto l’attivista, che ha chiesto di rimanere anonimo per paura di rappresaglie.

Alcuni carri armati, riferisce Abdul-Rahman, si sono ritirati da uno degli ingressi della città, ma non è chiaro quale sia la strategia del governo e i residenti sono preoccupati che possa ripetersi la situazione del 1982. “Non penso – ha detto Abdul-Rahman – che le forze siriane farebbero una cosa così stupida, considerato il carattere simbolico del massacro di Hama. Ciononostante non si può escludere nulla”.

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