Berlino (Germania), 26 set. (LaPresse/Reuters) – L’Unione europea potrebbe introdurre test più severi sulle emissioni delle auto, a seguito dello scandalo riguardante Volkswagen. Lo hanno fatto sapere le autorità europee, mentre ieri la compagnia tedesca ha nominato come nuovo amministratore delegato Matthias Mueller. La nomina è arrivata mentre le autorità svizzere hanno annunciato la sospensione delle vendite dei veicoli diesel della casa tedesca che potrebbero contenere dispositivi in grado di truccare i test sulle emissioni, tra cui mezzi di Audi, Seat, Skoda e Volkswagen prodotti tra 2009 e 2014.

Il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha dichiarato al quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung che i vertici di Volkswagen devono rispondere dello scandalo: “Dobbiamo fermare la frode, ecco perché dobbiamo andare sino in fondo”. Ha poi aggiunto che l’Ue potrebbe cambiare le leggi per introdurre test più rigidi sulle emissioni. Intanto, la ministra all’Ambiente tedesca Barbara Hendricks ha confermato che la Commissione europea e gli Stati membri stanno valutando regole più rigide.

“Stiamo attualmente lavorando a nuovi, onesti metodi di misurazione a Bruxelles”, ha detto in un’intervista al quotidiano Handelsblatt che sarà pubblicata domani. “Non possiamo fare affidamento solo sui testi di laboratorio”, ha spiegato, aggiungendo che i test futuri dovranno concentrarsi di più sulle emissioni in normali condizioni stradali.

Lo stretto legame tra il governo tedesco e l’industria dell’auto del Paese è venuta in luce con lo scandalo legato a Volkswagen. Il capo della cancelleria di Angela Merkel, Peter Altmaier, ha chiesto al gruppo di agire per ripristinare la fiducia pubblica nel settore. “Abbiamo bisogno di garantire che le auto dei produttori siano in linea con le norme, senza manipolazioni”, ha dichiarato al Tagesspiegel in una intervista pubblicata oggi.

La casa automobilistica rischia una multa da 18 miliardi di dollari da parte della Environmental Protection Agency americana, dopo che ammesso di aver utilizzato dei software per contraffare i test sulle emissioni. Il gruppo ha stimato in 11 milioni i veicoli che in tutto il mondo sono stati dotati di dispositivi simili a quelli utilizzati negli Usa, quindi enti di controllo e procure stanno indagando in tutto il mondo, mentre clienti e investitori sottoscrivono azioni giudiziarie.

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