Bruxelles (Belgio), 8 feb. (LaPresse/AP) – È entrato nel secondo giorno il Consiglio europeo sul bilancio 2014-2020. La riunione è ricominciata alle 6.30 dopo un’intera notte di negoziati per provare a conciliare posizioni molto distanti. La bozza ora al vaglio dei 27, presentata dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, costituisce un tentativo di compromesso che pende più verso la posizione dei Paesi guidati dal Regno Unito. Secondo questo gruppo, l’Unione europea dovrebbe compiere tagli drastici proprio come avviene a livello di Stati membri. Dalla parte opposta ci sono i Paesi come Francia, Italia e Polonia, secondo i quali il bilancio Ue non può tagliare i fondi per riavviare la crescita. La proposta alla quale si lavora prevede impegni di spesa per un totale di 960 miliardi di euro. Entrambi i fronti hanno minacciato di abbandonare il tavolo delle trattative se la loro proposta non sarà accolta. Sarebbe la seconda volta. Già a novembre, infatti, i negoziati crollarono.

Ieri il vertice era cominciato male, con un ritardo di circa sei ore, dopo che i capi di Stato e di governo erano stati impegnati in consultazioni a piccoli gruppi per provare a limare le differenze. Il summit è iniziato infine a tarda sera. A ulteriore segnale dell’entità delle divergenze, in serata Martin Schulz ha avvisato del rischio che il Parlamento europeo, che lui presiede, possa non approvare quanto verrà fuori dal Consiglio Ue.

Le due principali posizioni sono esemplificate dalle dichiarazioni rilasciate da una parte dal presidente francese François Hollande e dall’altra dal premier britannico David Cameron. La Francia riceve un ammontare significativo di denaro per i sussidi all’agricoltura. “Dobbiamo fare risparmi, ma senza indebolire l’economia. Se l’Europa vuole un accordo a tutti i costi e abbandona le sue politiche comunitarie, io non sono d’accordo”, ha detto Hollande ieri arrivando alla riunione. Altrettanto ferma la posizione del Regno Unito. Le cifre del bilancio europeo “devono scendere e, se non scenderanno, non ci sarà un accordo”, ha detto Cameron arrivando al vertice. “L’Unione europea non dovrebbe essere immune dalle pressioni che abbiamo avuto per ridurre la spesa e assicurare che spendessimo in modo più saggio, pressioni che abbiamo avuto in tutta Europa”, ha spiegato.

I 27 Paesi dell’Unione europea hanno una popolazione complessiva di oltre 500 milioni di persone e un Pil annuale di 12 trilioni di euro. Il bilancio per il 2012 è di 147,2 miliardi di euro, meno di un quinto delle dimensioni del solo bilancio del Regno Unito. Il budget dell’Ue è separato da quello dei singoli Stati membri ed è destinato in parte ad equilibrare lo sviluppo economico delle diverse regioni, erogando finanziamenti alle aree più povere. Bruxelles ha finanziato negli anni centinaia di migliaia di infrastrutture e altri progetti, dall’installazione della banda larga al miglioramento della rete stradale. Inoltre l’Ue finanzia attività mirate a generare crescita economica, come ricerca e sviluppo, aumento della digitalizzazione o creazione di sistemi di navigazione satellitare più accurati, e invia aiuti per lo sviluppo in diverse aree del mondo, tra cui per esempio il Mali. Con il bilancio europeo vengono inoltre finanziati regolamentazione e amministrazione in ambiti come la concorrenza, la revisione dei budget nazionali per garantire che non prevedano deficit eccessivi e, ora, la supervisione bancaria.

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