Milano, 26 ott. (LaPresse) – “A nostro giudizio è certamente giusto definire con chiarezza quale debba essere il tipo di intervento pubblico nell’economia italiana”. Così Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, intervenendo all’assemblea di Assolombarda. La storia d’Italia, ricorda Squinzi, “è densa di interventi volti a modificare lo status quo della base produttiva del Paese, dalle privatizzazioni forzate, a interventi più o meno diretti di sostegno alle imprese – aggiunge – da progetti per il rilancio della ricerca industriale, a modelli di forte indirizzo programmatico dello Stato”. Servono quindi tre precondizioni: fare tesoro degli errori del passato, tenere conto delle norme comunitarie, liberare spazio a mercato e concorrenza. “La politica non ha dato bella manifestazione di sé in alcuni aspetti della vita pubblica economica – ricorda Squinzi – ricordo solo una solo una sorta di occupazione indebita degli spazi” citando emergenze come l’Ilva “inseguite malamente”.

SPINTA RIFORMISTA. “Questa fase della legislatura è stata caratterizzata da una forte spinta riformista e al cambiamento del funzionamento delle istituzioni. Alcuni risultati sono importanti, bisogna difenderli e ampliarne il più possibile la forza di discontinuità che rompe la crosta conservatrice della società italiana”. Così Squinzi intervenendo all’assemblea di Assolombarda. “La ripresa dell’economia e del lavoro si prepara con le riforme, ma si realizza solo con le politiche” aggiunge Squinzi, sottolineando che “non abbiamo molto tempo davanti per cogliere le onde del cambiamento e le straordinarie opportunità che si creeranno. Queste si muovono con straordinaria velocità e il mondo si sta attrezzando per interpretarle”. Il vero problema da “aggredire e risolvere”, conclude Squinzi, “è il recupero della crescita, accelerando e qualificando la nostra competenza, produttività ed efficienza”.

ATTESA PER L’AULA. “Abbiamo apprezzato lo sforzo del Governo su alcune riforme importanti e attendiamo di esprimere una valutazione più complessiva sulla legge di stabilità, anche a seguito delle scelte che verranno fatte dalle commissioni e dall’aula”.

I PAESI EMERGENTI. “Alcuni segnali preoccupanti sul versante dell’economia, soprattutto nei Paesi emergenti, devono ricordarci quanto sia importante rilanciare la domanda interna”. Il presidente di Confindustria ha spiegato: “Abbiamo archiviato la lunghissima fase di crisi lasciando sul campo molti punti di Pil industriale, imprese ed occupazione ma disponiamo ancora di un tessuto manifatturiero vivace e forte, molto forte, centrato su attività che competono bene”.

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