Roma, 11 apr. (LaPresse) – Verde, blu e rosso. Sono i colori che a colpo d’occhio riempiono stamane piazza Santi Apostoli a Roma, invasa dai lavoratori di Province e Città metropolitane, che si fanno sentire con fischietti, campanacci e slogan. Al centro della manifestazione, convocata dall’area funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, la riforma delle Province. Una riforma, contestano i sindacati, caotica e senza risorse, che non chiarisce chi garantirà i servizi oggi erogati da questi enti locali, né che fine faranno i lavoratori. Si parla di un esubero di circa 22mila lavoratori. Ma, denunciano, persino gli ammortizzatori sociali, l’80% dello stipendio per due anni, che pure è previsto, andrebbe pagato dalle Province stesse, che evidentemente non avranno le risorse per farlo. E in ogni caso, dopo, gran parte di questi lavoratori, soprattutto quelli tra i 45 e i 60 anni, difficilmente potranno essere riassorbiti dal mondo del lavoro. E poi con che soldi, chiedono, si pagheranno scuole e strade? E così si torna in piazza.

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