A pesare sull'economia globale il commercio debole e le distorsioni finanziarie

L'economia va peggio del previsto. L'Ocse taglia le stime del Pil mondiale, fissata al 2,9% per quest'anno e al 3,2% per il 2017, "ben al di sotto delle medie di lungo periodo intorno al 3,75%". "La crescita debole del commercio e le distorsioni finanziarie stanno aggravando la crescita lenta dell'economia globale", denuncia l'Ocse, che "rinnova l'appello per una risposta collettiva più forte attraverso l'uso di politiche fiscali strutturali e commerciali per sostenere la crescita". Male anche la crescita del Pil italiano, che sarà dello 0,8% sia quest'anno che nel 2017. Per gli Stati Uniti, l'Ocse stima una crescita dell'1,4% nel 2016 e del 2,1% nel 2017, per l'Eurozona dell'1,5% e dell'1,4%, per la Germania dell'1,8% e dell'1,5%, per la Francia dell'1,3% per entrambi gli anni. Le precedenti stime per l'Italia, diffuse in giugno, erano dell'1% nel 2016 e dell'1,4% nel 2017.

Dal punto di vista fiscale, si sottolinea, i bassi tassi d'interesse offrono ai governi nuovo spazio "per investire in capitale umano e in infrastrutture fisiche per promuovere la domanda nel breve termine, la produzione nel lungo termine e l'inclusività". Dal punto di vista strutturale, scrive ancora l'Ocse, "servono politiche più ambiziose, in particolare per sostenere il commercio".

"Nel complesso, l'economia mondiale rimane in una trappola di bassa crescita", sottolinea l'organizzazione nel suo Interim Economic Outlook, sottolineando che "le basse aspettative di crescita deprimono il commercio, gli investimenti, la produttività e i salari" e che "gli scarsi risultati a livello di crescita, combinati con un'alta disuguaglianza e utili stagnanti stanno complicando ulteriormente l'ambiente politico, rendendo più difficile perseguire politiche che supportino la crecita e promuovano l'inclusività". Secondo l'Ocse, "i rischi di instabilità finanziaria stanno cresciendo, inclusi quelli che derivano dai tassi d'interesse eccezionalmente bassi e dai loro effetti sugli asset finanziari e sui prezzi immobiliari". In aggiunta, "la politica monetaria è sovraccarica e, in assenza di un'azione di politica fiscale e strutturale forte, non basterà per uscire dalla trappola della bassa crescita, portando a una crescita delle distorsioni finanziarie e dei rischi".
 

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